CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Crac Conte of Florence, via al processo

Per la Procura svendettero il marchio della storica azienda impoverendola poi con operazioni spericolate: ora chiedono l’abbreviato

Guardia di finanza

Lucca, 18 novembre 2020 - Una richiesta di patteggiamento, tre di abbreviato e una di abbreviato condizionato però all’esame da parte del giudice di un consulente di parte. Sono le richieste avanzate di fronte al gup del tribunale di Lucca, Antonia Aracri, dai legali dei cinque indagati accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e favoreggiamento per il crac della ‘Conte of Florence Distribution Spa’: la storica azienda d’abbigliamento con sede ad Altopascio, dichiarata fallita a giugno del 2018 con un buco di 21 milioni di euro.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura imputano a Valerio Lusini, 72 anni, ex manager dell’azienda e Francesco Frattini, 54 anni legale rappresentante di una società bulgara che acquisì il marchio Conte of Florence, l’accusa di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Per Massimo Tassiniari, 57 anni amministratore della Conte al momento del fallimento, il capo d’imputazione è bancarotta fraudolenta. Mentre per Maria Grossi, 44 anni e Irene Belli, 54 anni le accuse sono di favoreggiamento.

In base alle indagini della Procura la Conte of Florence, nel 2015, sarebbe stata privata di uno dei suoi beni essenziali: il marchio. Lo stesso che sarebbe stato ceduto, svendendolo secondo gli inquirenti, a una società bulgara con sede a Sofia, la Pentacompany. Il prezzo di cessione: 1 milione e 300mila euro a fronte di un valore di mercato di quasi 3 milioni di euro.

L’azione sarebbe stata compiuta da Tassinari il 20 marzo 2015 nei confronti della società bulgara, controllata di fatto per le Fiamme Gialle, da Lusini e Frattini. Secondo le indagini, la Conte nel periodo successivo, avrebbe poi acquistato il ramo d’azienda di altre società, accollandosi di fatto debiti che l’avrebbero esposta fortemente in passivo. La Procura imputa a Lusini anche il ruolo di amministratore ’occulto’ della Conte of Florence. Durante l’udienza si è costituito parte civile il curatore fallimentare della società, Riccardo Della Santina perché Lusini, Frattini e Tassinari avrebbero compiuto operazioni dolose che avrebbero aggravato il dissesto della Conte già fallita, producendo una sorta di ’ulteriore buco’ di 15 milioni di euro.

Di fronte al gup il patteggiamento è stato chiesto da Tassinari mentre gli altri imputati hanno chiesto il rito abbreviato. L’abbreviato di Lusini è stato condizionato alla presentazione di una perizia di parte che dimostri come le operazioni contestate dalla Procura, in realtà, avessero giovato all’azienda. L’udienza è stata rinviata al prossimo 17 maggio sempre di fronte al giudice per l’udienza preliminare.