REDAZIONE LUCCA

Crac “Conte of Florence Distribution“, assolti tutti gli imputati

Secondo il giudice Antonia Aracri non ci fu nessuna svendita del marchio nel 2015, il prezzo di oltre 1 milione era congruo

Tutti assolti, perché il fatto non sussiste. Si chiude così la vicenda giudiziaria legata al crac della “Conte of Florence Distribution Spa“: storica azienda d’abbigliamento con sede ad Altopascio, dichiarata fallita nel 2018 con un buco di 21 milioni di euro, finita di fronte al giudice Antonia Aracri. Gli imputati, accusati a vario titolo, erano: Valerio Lusini, considerato l’amministratore occulto dell’azienda, Francesco Frattini, legale rappresentante della società bulgara, la Pentacompany, che acquisì il marchio nel 2015, Massimo Tassinari, amministratore della Conte al momento del fallimento, che nel corso del processo aveva chiesto il patteggiamento. Per tutti e tre il capo d’imputazione era bancarotta fraudolenta (per i primi due anche autoriciclaggio). Nei guai erano finite anche Maria Grossi e Irene Belli, per favoreggiamento. Al centro della vicenda la cessione del marchio che, secondo gli inquirenti, era stato ceduto ad un prezzo inferiore rispetto al valore di mercato, ovvero 1 milione e 300mila euro, a fronte di un valore stimato a quasi 3 milioni.

A compiere l’azione, secondo la Guardia di Finanza, era stato Tassinari nei confronti della società bulgara che, secondo la Procura, era controllata di fatto da Lusini e Frattini. I consulenti della difesa (rappresentata dagli avvocati Fabrizio Tognato, Antonio D’Avirro e Matteo Vivoli) sono riusciti però a dimostrare che non si è trattata di una svendita. Il prezzo era congruo, lo stesso al quale l’azienda di Tassinari rilevò il marchio a sua volta qualche anno prima. E, inoltre, nel contratto di cessione si consentiva l’uso a titolo gratuito per altri 5 anni, durante i quali la Conte avrebbe potuto riacquistarlo. Elementi che hanno fatto decidere per l’assoluzione.

ts