Coronavirus, medico contagiato per la seconda volta in 8 mesi

E’ il dottor Aldo Allegrini, ora trattato dall’Asl con gli anticorpi monoclonali: “Sto meglio, ho pagato il rischio e il mancato vaccino“

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Lucca, 13 aprile 2021 - Colpito dal Covid due volte nell’arco di appena otto mesi. Una prova in più del fatto che il dottor Aldo Allegrini – medico di famiglia con studio a San Donato – non ha di certo mai gestito l’emergenza dalle retrovie. Oggi è di nuovo nel tunnel – anche perchè era rimasto inascoltato il suo appello a ricevere almeno una dose di vaccino per rafforzare la barriera contro il virus – ma è uno dei pochissimi pazienti ad aver ricevuto dall’Asl la terapia innovativa a base di anticorpi monoclonali. Ci risiamo, dottor Allegrini? “Purtroppo sì. Pago il fatto di non essermi mai tirato indietro. Dalle Rsa focolaio di Pavia – arruolato volontariamente nel team a inizio pandemia – alle visite ai pazienti in presenza. Non si possono fare diagnosi al telefono o dal video, così è“. E paga il fatto che non ha avuto la dose di vaccino che aveva chiesto, giusto? “Sì, però è anche vero che almeno queste due settimane mi hanno consentito quel minimo riposo che nell’ultimo anno non ho mai avuto. E’ stato un crescendo“. Come è andata con la terapia degli anticorpi monoclonali? “Benissimo. Ero il paziente-tipo reclutabile per specifiche caratteristiche: non ero particolarmente grave, ed erano trascorsi 10 giorni dall’inizio della positività. Sono stato al San Luca dove mi hanno iniettato la fiala. Poi sono rimasto lì, per controllo, altri 30 minuti. La sera mi sono sentito particolarmente spossato, mi ha assalito un febbrone di 38 e mezzo. E poi, il giorno dopo, sono stato bene“. Ha avuto meno paura questa volta rispetto alla prima infezione Covid? “La paura c’è perchè ho quasi 60 anni, sono in sovrappeso, soffro di diabete latente e quindi sono a fortissimo rischio di complicazioni. Ma sono riuscito a gestirmi a casa, anche stavolta, con le terapie. Ho avuto sintomi simili alla prima volta, febbricola, grande stanchezza, male alle articolazioni ma con meno problemi respiratori“. Ma quindi ha dovuto sospendere i vaccini agli over 80 suoi pazienti? “Assolutamente no. Ho gestito da remoto gli appuntamenti e del resto si è occupato il medico sostituto. Anzi, stiamo andando benissimo. Le dosi non mancano, finalmente“. Oggi come sta? “Bene, oggi mi sono concesso persino un po’ di corsetta sul tapis roulant. Stiamo facendo tutti un nuovo tampone per verificare la situazione in famiglia. Vedremo quale sarà il responso. Per ora resto “in gabbia““. Il Covid che torna per due volte in otto mesi: non è un caso eccezionale? “Purtroppo è eccezionale anche il fatto che i medici visitino in presenza. Ho rischiato di più, proprio per questo chiedevo una dose di vaccino“. Sa come potrebbe averlo contratto? “Posso ipotizzare di averlo preso da un anziano, tra l’altro vaccinato, che il giorno dopo la visita si è scoperto positivo“. Oggi il virus aggredisce di più proprio i 50-60enni, è così? “E’ la categoria più a rischio, gli uomini in particolare, anche perchè è la più attiva, lavora, ha i figli a scuola, si espone. E andrebbe assolutamente vaccinata“. Ora c’è una nuova riflessione su AstraZeneca... “Di sicuro non comprendo perchè non si possano aprire le porte allo Sputnik, un vaccino di formula più tradizionale, che dimostra di funzionare bene e di essere uscito a pieni voti dalla fase di sperimentazione. Ma non è di certo l’unica cosa che non capisco della gestione di questa pandemia“.