Condannato all’ergastolo l’assassino di Raluca

Carcere a vita con isolamento diurno per Gabriel Falloni. “Ha simulato disturbi psichici, ma era in grado di intendere e di volere“

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Ergastolo con due mesi di isolamento diurno. Il massimo della pena. La Corte d’Assise di Aosta ha condannato ieri pomeriggio Gabriel Falloni, il 36enne reo confesso dell’omicidio della povera Elena Raluca Serban, la giovane rumena residente a Lucca, uccisa a coltellate nell’appartamento di Aosta il 17 aprile dello scorso anno.

Carcere a vita, dunque, come richiesto dai pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi. La difesa puntava sull’ipotesi di un vizio parziale di mente, ma il giovane era stato ritenuto capace di intendere e di volere dal perito Mercedes Zambella nominato dal presidente della Corte, Eugenio Gramola, su richiesta dei difensori, gli avvocati Marco Palmieri e Davide Meloni.

Soddisfatte della sentenza, anche se preferiscono non rilasciare dichiarazioni, la sorella e la madre della vittima, assistite dagli avvocati Maurizio Campo e Corinne Margueret. La sentenza è arrivata ieri intorno alle 15.30 al termine di circa tre ore e mezza di camera di consiglio e ha escluso le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, ma ha accolto quella di un collegamento tra l’omicidio e la rapina. La Corte ha anche stabilito un risarcimento danni (alquanto virtuale, vista la sua situazione patrimoniale) con provvisionale di 100mila euro alla madre e 150mila alla sorella.

"Sono stati 37 minuti d’inferno per la povera Elena", aveva sottolineato il pm Manlio D’Ambrosi nella discussione finale, ricostruendo nei dettagli il delitto nell’appartamento di Aosta e parlando di Falloni come di "un freddo calcolatore che ha cercato di simulare disturbi psichici che non ci sono".

Secondo gli inquirenti, l’imputato, che abitava a Nus (Aosta), aveva preso appuntamento con la donna dopo aver trovato il suo numero di telefono su un sito di annunci. Sapeva che Raluca aveva dei soldi in casa e aveva pensato di rapinarla. Poi tutto è andato storto. Ad incastrare l’assassino, ben prima della sua confessione, sono stati i tabulati telefonici e le riprese delle telecamere di videosorveglianza del condominio. Falloni dopo l’omicidio era fuggito con alcune migliaia di euro, soldi sottratti alla ragazza. La squadra mobile lo aveva però arrestato tre giorni dopo mentre tentava di rientrare a casa.

La sua spiegazione del delitto era stata confusa e a tratti sconcertante. "Eravamo lì nel suo appartamento da un po’ – aveva detto in aula Gabriel Falloni – , ma io... non riuscivo a... E allora lei ha iniziato a prendermi in giro – racconta Falloni – mi ha anche detto se per caso dovevo prendere le pasticche come gli anziani. Volevo andare via, ma lei rideva e rideva. Allora l’ho presa per una gamba e poi per il collo... Lei allora ha detto che chiamava la Polizia. Io ho afferrato il coltello e l’ho colpita... Mi dispiace".

Anche nei colloqui con la dottoressa Mercedes Zambella, finalizzati alla perizia psichiatrica, Falloni aveva tentato di confondere le acque e di accreditare la tesi di un suo vizio parziale di mente. Ma il tentativo è andato a vuoto. Per lui (in attesa del ricorso in appello) le porte del carcere di Biella restano dunque chiuse a doppia mandata, con una vita spezzata sulla coscienza e un ergastolo da scontare.

Paolo Pacini