Maurizio Guccione
Cronaca

Come cambia il centro. Più alloggi e ristorazione, il nuovo volto del terziario

Il rapporto dell’Irpet, l’istituto regionale per la programmazione economica fornisce una fotografia minuziosa dell’evoluzione nel decennio 2012–2022

Lucca, come cambia il centro (foto Alcide)

Lucca, come cambia il centro (foto Alcide)

Lucca, 17 agosto 2025 – Il rapporto pubblicato nel mese di luglio scorso dall’Irpet, l’istituto regionale per la programmazione economica della Toscana, fornisce una fotografia minuziosa dell’evoluzione del terziario nella nostra regione nel decennio 2012–2022.

Il dato complessivo ci dice che in Toscana nel 2022 si sono registrati poco più di 1,6 milioni di addetti (occupazione regionale), di cui l’82% afferenti al settore privato, il 15% al settore pubblico e il 3% al settore non profit. La tendenza degli addetti nel decennio è stata espansiva, facendo registrare complessivamente una crescita del 7,6%.

Oltre a prendere in esame territori differenziati, urbani, sub urbani e periferie, il rapporto considera quattro città d’arte: Firenze, Siena, Pisa e ovviamente Lucca.

Lo studio dell’Irpet analizza anche la scala sub-comunale per capire se i centri storici, ormai maggiormente interessati dalla pressione turistica, si differenzino con caratteristiche peculiari rispetto al resto della città. Nel caso di Lucca, naturalmente, il centro storico coincide con la cerchia delle Mura urbane.

Ma vediamo alcuni punti contenuti nello studio.

Fra i Comuni che sono stati rilevati, Lucca è quello dove il terziario in generale e il commercio al dettaglio in particolare, risultano relativamente più diffusi sul territorio comunale, fino ad affermare che “il peso del centro storico assume valori più contenuti; questa regola – scrivono gli analisti – vale soprattutto per il commercio al dettaglio di tipo alimentare ma anche per i beni legati alla telefonia e all’informatica che trovano collocazione anche fuori dalle Mura”.

Proseguiamo con la disamina dei dati nel decennio considerato.

“Pur con intensità diverse – si legge nello studio dell’Irpet – i centri storici hanno visto una forte contrazione generalizzata del commercio al dettaglio, sia in termini di punti vendita (unità locali) che di addetti. Sono diminuiti con percentuali attorno o superiori al -30% i punti vendita dei prodotti della moda a Lucca e sono diminuiti i punti di erogazione dei servizi culturali e di intrattenimento in tutti i centri storici con Lucca che vede un meno trentatre per cento”.

Dinamiche che arrivano ormai da un decennio e che sanciscono nuovi trend e un disegno futuro di città diffusa da riconsiderare in una dinamica più complessiva. I dati della ristorazione sono eloquenti e ormai acclarati: i punti di erogazione dei servizi sono cresciuti, proprio a Lucca, con il valore più alto rispetto alle altre città toscane arrivando addirittura al +32%.

Dallo studio, insomma, si può affermare la terziarizzazione dell’economia che all’anno 2022 si attestava al 70%. Una fluttuazione di comparti in calo a vantaggio di altri in crescita anche in termini di occupazione: perdono addetti il commercio, i trasporti (ma crescono i corrieri), le attività bancarie, assicurative e della pubblica amministrazione. Accrescono il proprio peso, anche a Lucca, le attività di alloggio e ristorazione, i servizi alle imprese e quelli connessi a istruzione e formazione, sanità e assistenza sociale.

Si legge, infine, nel rapporto: “Si tratta di cambiamenti che già intuitivamente possono essere collegati a fenomeni causali diversi, dallo sviluppo dei flussi turistici, all’evoluzione dei servizi domandati dalle imprese, all’invecchiamento della popolazione, al cambiamento degli stili di vita dei residenti, in stretta interazione con la diffusione capillare delle nuove tecnologie”. La crescita della domanda turistica, quindi, è solo una delle molte determinanti dell’evoluzione dei servizi”.