Vettura distrutta in A11 da un branco di cinghiali. Paga Società Autostrade

Il giudice condanna a risarcire 12.500 euro

Un cinghiale ucciso da un’auto

Un cinghiale ucciso da un’auto

Lucca, 14 novembre 2018 - Auto distrutta nello scontro con dei cinghiali? Se c’è un buco nella rete di recinzione, pagano le Autostrade. Il giudice Giulio Giuntoli del tribunale di Lucca ha infatti condannato ieri la Società Autostrade Spa a risarcire a un automobilista la somma di 12.500 euro, oltre a 4.000 di spese legali e al pagamento della notula al consulente tecnico del tribunale.    I fatti risalgono al 25 ottobre 2015. L’automobilista, Nicola Ghilardi, 28 anni di Viareggio, difeso dall’avvocato Monica Bonati, stava percorrendo l’A11 in direzione mare, quando a pochi metri dall’uscita di Altopascio si era trovato improvvisamente di fronte un branco di cinghiali che attraversavano la carreggiata. L’impatto era stato inevitabile e la vettura, di grossa cilindrata era andata quasi distrutta nella parte anteriore. Nonostante l’impatto violentissimo, il conducente era riuscito comunque a governare la macchina, arrivando ad accostare e a fermare il veicolo in corsia di emergenza.

Sul posto era poi intervenuta la Polizia Stradale di Montecatini, che aveva redatto un dettagliato rapporto, verificando la mancanza di circa un metro e mezzo della recinzione che divideva la viabilità ordinaria dalla carreggiata autostradale. Soltanto per un caso il conducente e i passeggeri non erano rimasti feriti, ma la paura era stata davvero tanta e la vettura del tutto inutilizzabile.    L’automobilista decise dunque di affidarsi a un legale e di chiedere il risarcimento dei danni alla Società Autostrade. Quest’ultima però negò di avere responsabilità, sostenendo in sostanza che la rete di protezione era stata rotta in quel frangente dal branco di cinghiali e che in ogni caso la colpa e l’obbligo risarcitorio si sarebbero dovuti imputare alla Provincia di Lucca o alla Regione Toscana. Per il giudice Giuntoli, tuttavia, la Società Autostrade è pienamente responsabile dell’accaduto e non ha affatto dimostrato che la recinzione avesse caratteristiche di idonea robustezza e adeguatezza per impedire l’ingresso in autostrada degli ungulati.