
Centro storico e commercio ai raggi X. Moratoria: i dati dello studio di Imt
di Maurizio Guccione
L’evoluzione urbanistica del centro storico di Lucca, a partire dalla città romana fino a quella rinascimentale e poi ai giorni nostri, è alla base dello studio di IMT Alti Studi di Lucca avente per oggetto ”Progettazione e sviluppo di azioni legate alla promozione e valorizzazione economica del territorio della Città di Lucca” e restituito all’amministrazione comunale nel settembre 2022.
Tutto ruota intorno all’impatto della delibera n° 69 del 2018 che, lo ricordiamo, disponeva la sospensione dell’insediamento di nuove attività commerciali per la somministrazione di cibo e bevande nell’area del centro storico e degli spalti, delimitata dai viali della circonvallazione. Lo studio è stato condotto dai professori Maria Luisa Catoni e Massimo Riccaboni, e hanno collaborato la dottoressa Elisabetta Abela e il dottor Luigi Longo.
L’indagine è ricca di informazioni sia di carattere storico e archeologico, congiuntamente ai dati provenienti da Infocamere, e inizia con una suddivisione in due macro aree della città, Alfa (A) e Beta (B), con la prima suddivisa in quattro settori. "La ricerca - si legge - pone quali obiettivi l’analisi dei vincoli presenti nel centro storico e dei provvedimenti di tutela emessi dal Comune di Lucca, in relazione alla presenza degli esercizi commerciali dediti alla somministrazione di cibi e bevande". Dello studio, accuratamente dettagliato, fanno parte le aree che oggi, come ben sappiamo, hanno un elevato numero di esercizi commerciali, anche se, per esempio, si trovano nella zona “B” (settore I, area nord-ovest della città un tempo a vocazione artigianale e manifatturiera). Sono inoltre stati assunti i vincoli, estesi all’interno del centro storico, tra i quali quello paesaggistico, archeologico, architettonico di interesse culturale, oltre alle delibere del consiglio comunale mirate alla tutela e alla valorizzazione del centro storico.
Inoltre, si tiene conto degli edifici sottoposti a vincolo (Soprintendenza). Emerge per esempio nel settore I (via Fillungo, via San Paolino, piazza San Michele) quella cioè a forte vocazione di espansione turistica, un elevato numero di esercizi per la somministrazione di cibi e bevande. E si evidenzia, poi, che in un’altra zona (piazza S.Maria, via dei Borghi, via Rosi e via della Zecca), il trend assume un impatto in termini di assembramento e superamento dei valori acustici nella fascia oraria pomeridiana e serale. Nell’analisi economica (Infocamere e Orbis 2017/2020) si analizzano inoltre gli aspetti sull’andamento delle attività in esame (codice Ateco 56), e ancora l’evoluzione (dati nati-mortalità) nel periodo 2018-2021, con un forte rallentamento delle aperture in centro storico, addivenendo alla conclusione che "l’effetto del provvedimento (la delibera, ndr) si assomma alla crisi della pandemia".
Per capire se la delibera ha avuto un impatto differenziale significativo, ci pensano le conclusioni dello studio: "Dai dati - si legge - non si colgono particolari differenze se non nel 2019, anno più favorevole dentro le Mura in termini di fatturato e sfavorevole per l’occupazione". Effetti che, si evidenzia, "svaniscono nel 2020". La conclusione è che la delibera del 2018 non ha determinato effetti causali statisticamente significativi in termini di addetti e fatturato. "Il provvedimento - conclude lo studio di Imt - è da considerarsi neutrale e le conseguenze economiche non comportano effetto differenziale sul fatturato".