Case a un euro, che passione Venduti sessanta immobili

Il sindaco Giannini: "Ricadute sul territorio per almeni 5 milioni di euro". Ma il progetto ora guarda al futuro puntando su antichi casali abbandonati

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Rivoluzione immobiliare e non solo, a Fabbriche di Vergemoli. Dal Brasile arriva il maggior numero di acquirenti. Dopo i tanti passaggi sui principali network internazionali per il progetto “Case a un euro“, ideato dall’amministrazione a guida Michele Giannini, è arrivato il tempo di fare il punto e cercare nuovi stimoli. Obiettivo: la lotta allo spopolamento.

Niente nuova cementificazione, né processi burocratici invasivi, per un progetto al momento in fase di stop, almeno in apparenza. Dopo l’esaurimento degli immobili scelti per la vendita e la successiva ristrutturazione, è iniziata una nuova ricognizione sul territorio, per portare ulteriori proposte all’attenzione di possibili acquirenti. "Terminata la prima fase del progetto - spiega il sindaco - con la vendita di circa 60 immobili, non solo in merito al progetto “Case a un euro“ e una prospettiva di ristrutturazioni del valore di circa 5 milioni di euro, come ricaduta sul territorio, concretizziamo risultati non certo trascurabili. Al momento, siamo tornati allo studio dei casali abbandonati presenti sul nostro territorio e alla interlocuzione con i proprietari che intendono porli in vendita. Insieme a questo, cerchiamo di comunicare la ricchezza che questo tipo di iniziativa produce e produrrà per tutta la comunità, non soltanto dal punto di vista economico. Accrescimento sul piano storico e sociale, con nuove risorse e scambi anche culturali, oltre all’arrivo di nuove infrastrutture al servizio di un quadro territoriale che si sta modificando drasticamente. Intanto, stiamo registrando l’arrivo a Fabbriche di ospiti illustri, prevalentemente dal Brasile, che hanno scelto di vivere sulla nostra terra".

Tra i nuovi acquirenti di nazionalità brasiliana, emergono il famoso chitarrista e compositore José Neto, che da oltre 30 anni abita negli Stati Uniti e nella sua carriera ha suonato con Eric Clapton, Warren Haynes degli Allman Brothers, tra gli altri. Con lui, la moglie Margot Crescenti, restauratrice e ricercatrice specializzata in carta, laureata a Firenze. Si segnala, inoltre, l’arrivo del primo nuovo residente a Fabbriche. Si tratta di Leonardo Bilhar, sempre brasiliano, studente di giurisprudenza che ha scelto di continuare i propri studi all’Università di Firenze, abitando nella casa appena ristrutturata a Fabbriche. Importante collegamento tra le due nazioni è sicuramente l’architetto Alberto Da Lio che, con il suo socio attivo a San Paolo, si occupa di far conoscere le migliori opportunità immobiliari ai cittadini brasiliani e ne cura, poi, la ristrutturazione. Alla base, l’innamoramento per questa parte di terra toscana che, ammette con sincerità, mai aveva sentito nominare prima della divulgazione del progetto. "A dimostrazione di questo - spiega l’architetto -, basti pensare che qui abbiamo aperto uno studio di architettura e stiamo restaurando, a nostra volta, un vecchio mulino. Diventerà la sede principale della nostra attività, oggi presente a Venezia".

Fiorella Corti