CAROSELLO E IL BABBINO
‘Un c’erano ‘cconsigli per gli acquisti,
ma labbrate e nocchini, un gran macello,
e ‘un c’erano davero santi o cristi:
s’andava a letto doppo carosello.
Ma io, che di natura ero spregioso,
e parlo de’mmi tempi, velli antichi,
da sotto le ‘operte, dispettoso,
co’na pila leggevo Blek e Miki
e mi sbafavo ‘bbaci Perugina.
Tanto gli stiaffi eran garantiti;
pigliasseli di sera o di mattina
cambiava pogo, ‘un eran mai finiti.
“ Fatti difende dalla tu’ mammina”;
e le’, coll’occhi lucidi e smarriti,
frignava sulla porta di ‘ucina.