Buonriposi in pensione “Lascio con dolore la scuola è la mia vita Mi mancherà tutto“

Buonriposi in pensione  “Lascio con dolore  la scuola è la mia vita  Mi mancherà tutto“

Buonriposi in pensione “Lascio con dolore la scuola è la mia vita Mi mancherà tutto“

di Maurizio Guccione

LUCCA

Che impressione le fa abbandonare la scuola, quel mondo a lei caro?

"Lascio con dolore, la scuola è sempre stata la mia vita. Mi mancheranno i tanti colleghi, i funzionari, i docenti e anche i due uffici di Lucca e Massa Carrara. Con questi ultimi colleghi si era instaurato un bel rapporto nella comunicazione, fatto anche di affetto. Però quando si raggiunge quel limite, bisogna lasciare il posto ad altri".

Qual è il ricordo, anche da insegnante, che le è rimasto più impresso?

"41 anni di servizio sono molti ed io ho cominciato dai primi scalini. Ho nel cuore quei ragazzi con cui ho iniziato, con il doposcuola che non ci pagavano. I ricordi sono tanti, l’insegnamento l’ho svolto principalmente in Garfagnana; a quel tempo avevo un camioncino furgonato, e molte volte ho messo i bambini sopra per portarli a sciare o a vedere qualcosa di interessante; oggi tutto questo sarebbe impossibile. Una volta eravamo a Vagli e al ritorno si ruppe il pulmino della scuola, così tornammo a valle su un motocoltivatore: era una scuola straordinaria. Poi iniziarono le prime riforme. La scuola è cambiata o così la percepivo io che nel frattempo ho fatto la dirigente scolastica, l’ispettrice e poi la dirigente di due uffici".

Qual è la situazione scolastica oggi a Lucca?

"La scuola lucchese è una buona scuola, abbiamo ottimi insegnanti e validi dirigenti scolastici; purtroppo non mancano coloro che devono essere richiamati al senso di responsabilità o che usano la loro posizione per “annichilire” lo studente che a loro avviso non ha raggiunto determinate conoscenze. Qualcuno si ritiene detentore della verità e commette danni irreparabili. Per fortuna sono pochi e in alcuni casi è stato anche possibile intervenire per correggerli. In linea di massima la nostra provincia ha buoni livelli di formazione. Abbiamo vissuto stagioni di tagli e la pandemia ha poi evidenziato i limiti. La scuola italiana da una parte ha fatto grandi passi in avanti dal punto di vista della didattica innovativa e della tecnologia sempre più avanzata, dall’altra per i sistemi di reclutamento dei docenti e l’organizzazione degli spazi e della formazione delle classi, è rimasta quella di quando sono entrata di ruolo. Ho visto tante riforme, nella vita lavorativa ho contato circa 18 ministri che si sono susseguiti e questo continuo cambio di governo non ha fatto bene al Paese in tutti i sensi".

Con il Covid, la scuola ha subito un duro colpo: cosa ricorda?

"La pandemia ci ha trovati impreparati ma la gran parte dei docenti si è rimboccata le maniche cercando di non lasciare soli i ragazzi, già in fasi critiche e spesso difficili. Il nostro lavoro con i medici della Asl è stato continuo e intenso. Oggi raccogliamo gli effetti di quel periodo che ha lasciato nei ragazzi un vero e proprio buco non solo nelle conoscenze, ma anche nelle competenze psichiche, relazionali e comunicative: le fragilità sono emerse e si sono accentuate".

Lei è stata impegnata in politica, che idea si è fatta?

"È stata una esperienza sicuramente dura e impegnativa, ho capito come funziona la politica e quanto sia difficile il cambiamento. Non sono mancati gli attacchi, anche feroci, eppure sono orgogliosa di aver realizzato gli istituti comprensivi mettendo mano a tutta la riorganizzazione della rete scolastica quando lo stesso sindaco Favilla, che ricordo con stima e affetto, mi chiedeva cosa fossero. Ho realizzato due asili nido, a S. Anna e alla Cappella, con una giunta che ne contestava i costi di gestione e avevo già in mente quella che doveva essere una politica per la famiglia; ho realizzato attività contro la violenza sulle donne quando appena si cominciava a parlarne, così furono chieste dalla opposizione persino le mie dimissioni, fino alla contestazione sulla mensa che al mio arrivo stava totalmente cambiando".

L’esperienza da dirigente che l’ha più gratificata?

"Ho guidato per 9 anni l’Istituto Fermi e Giorgi, una delle scuole più imponenti della provincia di Lucca. Oggi questo istituto è il più grande della Toscana, ė cresciuto tantissimo e non posso dimenticare l’apertura che c’è stata con le aziende e il mondo del lavoro, la nascita del nuovo liceo sportivo, del polo tecnico professionale con l’accorpamento del Giorgi, che realizzai con fermezza quando nessun dirigente lo voleva. Gioie e dolori che ho lasciato con dispiacere per affrontare questo nuovo ruolo che oggi si conclude con soddisfazione".

Buonriposi, potrebbe di nuovo impegnarsi in politica?

"Non escludo niente e la politica, nonostante tutto, continua a piacermi. Nel ruolo di dirigente di Lucca e Massa Carrara (per 3 anni lo è stata anche a Livorno, ndr) ho conosciuto in modo approfondito questi territori e mi sono dedicata alla città, alle sue ricchezze e potenzialità come ai suoi dolori. Grazie ai miei collaboratori dei due uffici e che ringrazio, mi sono mossa in tutti i settori: sport, sanità, volontariato, mondo del lavoro. Se ce ne sarà bisogno sono pronta a dare ancora una mano, soprattutto al mondo della scuola. Credo però che sia giunto il momento di dedicarmi al dono più bello che ho avuto, mio nipote Michelangelo di appena 4 mesi".