PAOLO CERAGIOLI
Cronaca

Blur, grande notte In 35mila a ballare sotto le Mura con la band inglese

Tutti i successi dei capostipiti del brit-pop e i brani del nuovo disco. Un altro grande evento sugli spalti in attesa di Robbie Williams.

di Paolo Ceragioli

La cosa più bella dei concerti è vedere, all’uscita, i volti di chi vi ha assistito. Ecco, ieri sera questa bellezza si è di nuovo materializzata alla fine dello show dei Blur, quando i 35mila fan presenti sugli spalti delle Mura, dopo una giornata rovente, tanta attesa e una lunga (oltre due ore) e straordinaria performance della band, sono improvvisamente tornati ognuno alla propria vita un po’ più felici di quanto lo fossero prima di ieri. Negli occhi di tutti, quella luce e quel sogno vissuto che solo la musica dal vivo riesce ad accendere.

Prima di parlare di musica, però, ancora una volta, va descritta l’atmosfera che si è respirata ieri in città fin dal mattino e che ha poi caratterizzato anche lo show: il sorriso di tutti, la grande gioia, la voglia di stare insieme e di essere presenti. A quello che era un vero avvenimento, il ritorno dopo dieci anni dei Blur in Italia per un’unica data, all’indomani dell’uscita di un nuovo disco dopo otto anni, per quella che non è una “reunion“ ma la ripresa di un cammino interrotto bruscamente da anni.

Tutto questo ha creato l’evento ma poi il resto dovevano mettercelo i Blur e il risultato è stato pari alle attese, anche se c’erano pochi dubbi al riguardo, dopo quello che hanno fatto vedere nei vari concerti europei precedenti, in particolare i due alla Wembley Arena di Londra. È facile pensare che la band scriverà nei prossimi giorni che si è trattato di una delle migliori esibizioni live del tour, se non la migliore. Anche perché Damon Albarn, deus ex-machina dei Blur, è ormai di casa qui, avendo già suonato per due volte al Summer: con i Gorillaz nel 2018 e con The Good the Bad and the Queen nel 2019.

Non a caso Damon ieri mattina ha girato a piedi per il centro e ha pranzato in un locale, da lui evidentemente scelto, insieme a Graham Coxon e alcuni bodyguard. Sentirsi a casa in un luogo che non è il tuo ti dà una tranquillità ma anche una carica che ti permette di dare il meglio. E infatti i Blur hanno sparato dal palco tutte le migliori cartucce a loro disposizione: la voce e le tastiere (piano compreso) di Damon, la chitarra di Graham e la robusta sezione ritmica del basso di Alex James e della batteria di Dave Rowntree sono andate “al massimo“, costruendo il loro piccolo, ma grande muro di suono.

La speranza di poter ascoltare tutto il bellissimo “The ballad of Darren“ è stata in parte spenta dall’annuncio della band di un live streaming via Driift, martedì prossimo, alle 22 italiane, dall’Apollo di Londra. Ma poco male, anche i già da tempo noti singoli “St. Charles square“, che ha aperto il set e “The narcissist“, oltre a “Barbaric“, sono stati sufficienti per soddisfare questa esigenza dei fan. Perché in mezzo a loro sono passate, giusto per dire, “Beetlebum“, “Coffee & tv“, “Song 2“, “Parklife“, “Girls and boys“, “Tender“ e la conclusiva “The universal“.

Insomma, una scaletta esauriente di una produzione che, forse, agli inizi del britpop, pochi pensavano avrebbe resistito all’usura e alle mode degli anni futuri. E non si tratta di solo di nostalgia, bastava guardarsi intorno ieri sera: erano tantissimi i giovani e anche i giovanissimi, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, evidentemente ben “allevati“ in casa dai più grandi o, meglio ancora, capaci di riconoscere la musica di qualità in mezzo a una proposta sì sterminata, ma troppo spesso di basso valore.

Le mura lucchesi hanno così salutato un altro grande evento, nel solco inaugurato nel 2017 dai leggendari Rolling Stones e che ogni anno porta al Summer uno o due spettacoli dai grandi numeri: dopo le pietre rotolanti, Roger Waters, Elton John e il maestro Ennio Morricone, i Blur hanno fatto la loro gran bella figura. La gente che in parte è poi sciamata in centro, affollando i locali ancora aperti a mezzanotte di un caldo sabato sera di luglio, ha in qualche modo continuato lo spettacolo.