FABRIZIO VINCENTI
Cronaca

Blitz dei vigili al punto ristoro. La proprietà: "Tutto in regola"

Ma è lite tra Opera e Comune sulla competenza dell’immobile

Il ristobar sulle Mura

Lucca, 11 agosto 2016 - La vicenda della casermetta San Salvatore assegnata alla società «Il turista Srl» di Pisa, all’interno del bando indetto dal Comune lo scorso anno per valorizzare un percorso della via Francigena, continua a tenere banco mentre la Polizia municipale prosegue gli accertamenti per verificare la presenza, almeno per ora non rintracciata, di tutte le autorizzazioni per la somministrazione e per il suolo pubblico occupato all’esterno dei locali.

Antonio Veronese, che gestisce l’attività ed è presidente dell’ara pisana di Confesercenti, assicura però che è tutto in regola. «Non corrisponde al vero quanto scritto – dichiara – è tutto a posto, abbiamo tutte le autorizzazioni e parlerà nelle sedi opportune il nostro legale». Di certo quello che non è per nulla lineare è la storia, a dir poco controversa, che ha portato a assegnare la casermetta attraverso un bando indetto dal Comune su strutture, poste sulle Mura urbane, dove la competenza è dell’Opera delle Mura. Un contrasto che è nero su bianco. Basta leggersi i verbali del cda dell’Opera per togliersi ogni dubbio.    Nella riunione del primo di marzo scorso, ecco come veniva verbalizzata la situazione. «Il presidente (Alessandro Biancalana, ndr) riferisce circa la situazione della Casa del Boia che è ormai fuori controllo da parte dell’Opera delle Mura in particolare per quanto riguarda il prospettato ristorante. A questo proposito il presidente ricorda che il cda ha preso una delibera in cui si concordava su un solo punto ristoro». Ristorante o ristoro? La differenza non è lieve, per quanto poi nei documenti presentati dalla società pisana si parli di ristoro. Un ristoro in primis riservato ai pellegrini del Museo della Francigena, che dovrebbe sorgere nell’ex Casa del Boia e che è lontano dal vedere la luce. Di fatto, è stata aperta prima l’attività commerciale di quella culturale a cui dovrebbe essere di supporto.

Il primo luglio, in un nuovo cda, l’Opera delle Mura torna sulla vicenda rivendicando il diritto di sottoscrivere gli atti sulle casermette, avocati invece dal Comune, ma ormai i giochi sono fatti: «Il presidente illustra la situazione sottolineando il fatto che è competenza dell’Opera, in via generale, sottoscrivere gli atti inerenti la gestione dei fabbricati di pertinenza delle mura urbane. Si decide comunque di ratificare la decisione dell’amministrazione comunale e di sottoscrivere il contratto per la gestione delle due strutture, visto che il procedimento è ormai in fase di conclusione. 

Il Cda rileva poi la necessità che, con il contratto o con un atto aggiuntivo allo stesso, si stabilisca che il canone di affitto sia dovuto all’Opera e s’imponga il rispetto da parte dei gestori del Regolamento d’uso delle mura per attività non rientranti in quelle oggetto dell’appalto».    Una decisione confermata l’8 luglio, ma solo a maggioranza: dei tre membri del cda, uno vota contro, nonostante si siano spesi per una soluzione che levasse dall’empasse sia i dirigenti comunali Marchi e Angeli che il sindaco Tambellini. L’Opera, in sostanza, prende atto, a posteriori, che un immobile di sua competenza è stato gestito (e appaltato) da un altro soggetto, ovvero il Comune. Qualcosa comunque non torna, al punto che la seduta si chiude con i componenti del cda dell’Opera che decidono di valutare la stipula di una polizza che copra l’istituzione e tutti i suoi amministratori in casi di danni amministrativi o civili.