Emigranti di successo. Italiani illustri, ma anche e soprattutto lucchesi famosi. Tra questi c’è sicuramente Carlo Barsotti, oggi ormai dimenticato dai suoi concittadini, ma ancora presente nella memoria della terra che lo ha accolto. Emigrato a New York, riuscì a fare soldi in fretta da buon affarista, partendo dai lavori più umili fino ad arrivare a fare il "banchista", un banchiere senza licenza, il giusto tramite tra la madre patria Italia e gli emigranti, un canale diretto, senza intermediari, attraverso il quale il Barsotti riuscì a conquistarsi la fiducia degli italiani e dei lucchesi che vivevano nella grande città americana, diventando allo stesso tempo, la loro banca alla quale affidare le rimesse da far arrivare in Italia ai propri parenti, ma anche da ufficio di collocamento per tutti quelli che, in cerca di un lavoro, senza conoscenze e senza sapere la lingua, approdavano a New York.
Per questi emigranti senza una lira, aveva pure costruito degli alberghi economici, per alloggiarli, a condizioni di favore, ma c’è chi lo vide anche come uno sfruttatore della miseria. La sua mente geniale aveva creato un ciclo virtuoso che, abbandonata dopo vent’anni l’attività bancaria, lo portò a dedicarsi al giornalismo, lui che non era mai stato giornalista. Fu la sua "discesa in campo" contro tutti i luoghi comuni e contro gli americani che trattavano gli italiani come degli scarti della società. Dal 1880, il Barsotti iniziò la pubblicazione di un giornale "Il Progresso Italo-Americano" che dalle 500 copie del primo numero, crebbe rapidamente fino a raggiungere le centomila giornaliere. Un giornale, il primo e fino ad allora l’unico, che usciva in America, totalmente scritto in italiano e che poteva essere letto solo da una minoranza, quei circa venticinquemila italiani di New York.
Un giornale patriottico attraverso il quale si riconosceva la piccola comunità italiana e che il Barsotti volle riaffermare finanziando la realizzazione di monumenti ai grandi italiani: da Cristoforo Colombo a Garibaldi, da Verdi a Dante, fino a rivendicare per il navigatore Giovanni da Verrazzano il merito di aver scoperto la baia di New York. Da allora gli italiani non si sentirono più soli e disprezzati. E dopo aver fatto la fortuna del giornale, Barsotti negli ultimi anni di vita, decise di lasciare un segno anche nella sua patria di origine, elargendo un contributo di 250.000 dollari per finanziare la realizzazione del foro di S.Giuliano che avrebbe unito più celermente Lucca a Pisa, memore delle difficoltà affrontate dai genitori, la madre di S.Maria del Giudice e il padre di S.Giuliano Terme, per incontrarsi, percorrendo a piedi ogni volta il ripido cammino che porta al "Passo di Dante".
Il Barsotti non potè vederlo finito, ma dette l’impulso decisivo a far partire i lavori. E Carlo Barsotti è anche uno dei cento "Lucchesi Illustri" di cui ho parlato nel mio libro, appena pubblicato che può essere richiesto direttamente in libreria o scrivendo a [email protected].