Attentato alla cava di marmo. Mezzi pesanti dati alle fiamme, danni per oltre 100mila euro

Inquietante episodio a Carcaraia, nel bacino di Gorfigliano (Minucciano), dove un l’innesco ha portato al le esplosioni di una pala e di un escavatore. In corso le indagini dei carabinieri

Mezzi pesanti della cava dati alle fiamme

Mezzi pesanti della cava dati alle fiamme

Lucca, 17 agosto 2021 - Un vero e proprio attentato in una cava di marmo, un rogo doloso in cui sono andati distrutti i mezzi usati per l’attività estrattiva per un danno superiore ai 100mila euro. Un episodio inquietante per tutta la Garfagnana e anche per l’altro versante della Montagna, quello apuo-versiliese dove la notizia è subito rimbalzata suscitando clamore e preoccupazione.

E’ accaduto a lla cava Carcaraia, a Gorfigliano. Siamo nel massiccio centrale delle Alpi Apuane detto Bacino Acquabianca, come l’azienda omonima, l’Acquabianca Marmi, che ne detiene le concessioni per la coltivazione dal 2004. A dare l’allarme, intorno alle 4 e mezzo del mattino di Ferragosto, sono stati di alcuni speleologi che avevano stabilito il loro consueto campo nell’area di Piastra Marina, a poca distanza dal luogo dei danneggiamenti. A svegliarli, almeno quattro deflagrazioni di grande intensità, raccontano. Tre i mezzi compromessi, in parte andati a fuoco o distrutti dall’esplosone, due dell’Acquabianca Marmi, un escavatore e una pala, e uno di una seconda azienda impegnata nell’area con un mezzo di movimento. Un attacco violento, premeditato e frutto di una precisa strategia. Per le risposte si dovranno attendere le indagini coordiante dalla procura di Lucca e condotte dai carabinieri di Gramolazzo guidati dal comandante Giuseppe Lucchesi.

Tra i primi a giungere sul posto è stato il responsabile della logistica interna della cava, Pietro Paladini: "Oltre il danno economico elevato il dramma è proprio nel fatto in sé. Come è possibile agire con tali modalità, simil terroristiche, in un ambito dove si lavora, si suda e ci si procura il cibo per le proprie famiglie, come fanno i nostri 15 cavatori. Una squallida devastazione che lascia tanta amarezza, dolore e rabbia. Spero che i carabinieri possano trovare una risposta con le loro indagini e niente di simile possa ripetersi".

Dello stesso avviso anche il sindaco di Minucciano, Nicola Poli, che affida le speranze di fare chiarezza sull’episodio tanto inquietante alle autorità inquirenti, dichiarando la completa disponibilità alla collaborazione. Tanti i messaggi di solidarietà in arrivo da diversi fronti per gli imprenditori e i cavatori. "Atto grave di violenza contro il lavoro e i lavoratori - dichiara Alessia Gambassi, segretaria generale Fillea Cgil Lucca - Chi lavora nel settore del marmo sta già vivendo momenti difficili, di tensione. La Fillea é a fianco dei lavoratori". "Siamo vicini agli imprenditori di Minucciano, vittime di un ignobile atto delinquenziale - affermano Elisa Montemagni e Riccardo Cavirani della Lega - Ci auguriamo che le forze dell’ordine trovino i colpevoli". Anche il movimento Salviamo le Apuane condanna il fatto e chiede "che Carabinieri e Magistratura facciano al più presto luce sugli esecutori del gravissimo atto".