Assolto monsignor Ghilarducci. «Il quadro è mio, finalmente ritorna»

Chiusa in appello la vicenda della presunta ricettazione di un dipinto del Seicento

Monsignor Ghilarducci

Monsignor Ghilarducci

Lucca, 16 marzo 2018 - I giudici  della Corte d’appello di Firenze hanno assolto monsignor Giuseppe Ghilarducci, 82 anni, dall’accusa di ricettazione di un antico dipinto, la famosa Madonna del Soccorso sparita anni addietro dalla chiesa di Gello di Pescaglia. «Il fatto non sussiste», come hanno dimostrato i suoi difensori, gli avvocati Borsacchi e Taccini di Pisa. «Semplicemente perché – spiega lo stesso monsignor Ghilarducci – quel quadro che mi avevano sequestrato non è affatto quello scomparso dalla chiesa di Gello, bensì un altro dipinto che io avevo acquistato molti anni fa al mercante in fiera di Parma. Adesso me l’hanno finalmente restituito e la vicenda è conclusa».

Nel novembre 2008 il prelato era stato condannato in primo grado dal tribunale di Lucca a un anno e 10 mesi per ricettazione di due antichi vasi di farmacia e assolto da altre contestazioni per prescrizione. Ma lui aveva sempre respinto con decisione la tesi accusatoria, secondo cui il quadro raffigurante la Madonna con due Santi era appunto quello scomparso. Tanto da voler andare avanti per dimostrare la sua innocenza. 

«Per fortuna - sottolinea il prelato – nell’inventario della parrocchia c’era scritto che il quadro raffigurava la Madonna tra i Santi Giovanni Battista e Cassiano. Non può essere quello, dunque». E adesso, anche grazie ad accordi intercorsi fra le parti, è tornato in possesso del dipinto «Madonna del Soccorso e Santi» (dimensioni circa 2 metri per 3) che gli era stato sequestrato nel 2006 e che per qualche anno era stato collocato dalla Soprintendenza nella chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano a Gello. 

«E’ stata una vicenda estremamente dolorosa per me – commenta monsignor Ghilarducci, attuale parroco di Vetriano, Colognora e Celle – dato che venivo accusato di essermi appropriato di quel dipinto. Finalmente dopo ben 12 anni ecco l’esito definitivo. Il quadro mi è stato restituito ed è a casa mia adesso. Lo terrò un po’ qui, per ammirarlo, ma credo che presto lo donerò a una chiesa lucchese, perché venga esposto. Intanto mi dedico sempre alla mia passione per l’arte: sta per uscire un mio libro “San Martino, la quarta cattedrale: 10 secoli di interventi” con l’Accademia Lucchese di scienze, lettere e arti. Conterrà molte sorprese».