Archivio Fotografico ’off’ Incognita lavoratrici

Il consigliere Daniele Bianucci chiede al sindaco perché è stato annullato il primo bando e come si tutelano le dipendenti

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Una storia travagliata, quella dell’Archivio fotografico lucchese, che si trascina da tempo tra bandi da fare e rifare. In “trappola“ in questo limbo, oltre a tutta la documentazione che racconta la vita della nostra città, anche due lavoratrici che ancora non sanno cosa le può aspettare. E’ il consigliere Bianucci a presentare un’interrogazione in merito. “Perché le due storiche lavoratrici dell’Archivio fotografico lucchese, da più di vent’anni impegnate nella gestione dell’istituto – domanda Bianucci –, rischiano il loro posto, dal momento che non è stata inserita alcuna clausola di salvaguardia nel nuovo bando di gestione della struttura? L’amministrazione comunale intende intraprendere iniziative per la salvaguardia della condizione professionale delle due lavoratrici?".

“Per quale ragione l’Archivio risulta oggi chiuso in attesa della conclusione dell’iter amministrativo del nuovo bando per la gestione, con grave nocumento per i cittadini lucchesi e per tutti gli utenti, e non è stata adottata invece la via della proroga temporanea dell’attività della cooperativa uscente, come invece è sempre stato fatto in passato in occasione dei numerosi rinnovi che si sono succeduti negli ultimi decenni?”. Sono alcune delle domande che il consigliere comunale Daniele Bianucci ha posto al sindaco Pardini, con un’interrogazione consiliare avente come oggetto il destino dell’Archivio fotografico lucchese e delle due professioniste storiche dell’istituto, che rischiano adesso il loro posto di lavoro.

“Con la mia interrogazione, ho voluto anche chiedere al sindaco perché è stato annullato il primo bando per la nuova gestione, pubblicato nel settembre 2022 – prosegue Bianucci – E se, nel nuovo bando pubblicato nel novembre 2022, si prende davvero in considerazione la possibilità dello spostamento dell’Archivio fotografico lucchese dalla sede storica di Villa Bottini. Noi crediamo che la via giusta sia quella di una discussione cittadina, ampia e aperta a tutti i settori della comunità“.