Allenatore di pallavolo ucciso da una malattia

Alberto Tognocchi, 51 anni, lascia la moglie e due figli. Da poco aveva fatto un’impresa

A maggio Alberto Tognocchi aveva festeggiato la promozione

A maggio Alberto Tognocchi aveva festeggiato la promozione

Lucca, 12 luglio 2019 - Era ritornato dalle vacanze con la famiglia da qualche giorno, ma si è sentito male e in poco tempo si è dovuto arrendere alla malattia nella partita più difficile. Cordoglio nel mondo della pallavolo lucchese per la scomparsa di Alberto Tognocchi, 51 anni che avrebbe compiuto nel mese di ottobre, di Benabbio, nel territorio di Bagni di Lucca, allenatore molto conosciuto per aver guidato molte formazioni in Provincia di Lucca. Appena due mesi fa aveva vinto il campionato di serie D con la Lu.Pa. che sta per Lucchese Pallavolo.

«Una persona speciale, siamo distrutti, non abbiamo nemmeno la forza di parlare – commenta il presidente del club Bruno Ricci – non era rimasto con noi soltanto perché non facciamo la serie C e allora si era accasato al Garfagnana volley, tra l’altro avvicinandosi a casa. Era malato da tempo, ma conviveva con la sua patologia in maniera splendida. Un pensiero alla moglie Ilaria e ai due figli, una persona speciale – conclude Ricci – che lascerà un vuoto incolmabile, non solo sotto il profilo tecnico, ma soprattutto a livello umano e caratteriale».

Messaggi di condoglianze sono arrivati da molte società, dalla Nottolini volley, dalla stessa Lucchese Pallavolo, sul cui sito è apparso uno scritto con una metafora sullo sport: «Ci hai lasciato dopo una partita durissima con una malattia stregata che pur portata al 5 set, ha poi avuto la meglio. La tattica mite, a volte silenziosa ma carica di passione non ce l’hanno fatta a superare questo terribile scoglio. Lo ricordiamo sorridente e pacato, specialmente nella sua ultima bellissima vittoria, conquistando la terza serie con Lu.Pa appena 2 mesi fa. Abbracciamo la sua famiglia e in particolare Ilaria sempre vicina e preziosissima, facciamo le condoglianze e lo ringraziamo per quanto ci ha potuto dare, con la tua pacatezza e la sua sensibilità».