Al Giglio una tragedia tutta da ridere. Enzo Decaro, ‘Non è vero ma ci credo‘

Ultimissimi biglietti per i tre spettacoli che saranno in scena il 12, 13 e 14 aprile per la regia di Leo Muscato

Al Giglio una tragedia tutta da ridere. Enzo Decaro, ‘Non è vero ma ci credo‘

Al Giglio una tragedia tutta da ridere. Enzo Decaro, ‘Non è vero ma ci credo‘

Le date non sono imminenti (12 e 13 aprile alle 21, 14 aprile alle 16) ma i tre spettacoli sono già prossimi al sold out al Teatro del Giglio. D’altra parte il nome è quello di Peppino De Filippo che aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli Anni Trenta portata oggi in scena da Enzo Decaro e con Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, regia di Leo Muscato, scene Luigi Ferrigno, costumi Chicca Ruocco,disegno luci Pietro Sperduti e Produzione I due della città del sole.

"Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di vent’anni – racconta il regista– . Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e lui mi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiare regia. Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ereditando la direzione artistica della sua compagnia, ho deciso di inaugurare questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo. Rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, proveremo a dare a questa storia un sapore più contemporaneo“.

“Quella che andremo a raccontare – anticipa Muscato – è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli degli Anni Trenta. Luigi aveva posticipato una ventina d’anni più avanti. Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli Anni Ottanta, un po’ tragicomica in cui convivono Mario Merola, Pino Daniele e Maradona“.

L.S.