I tre progetti del Tavolo Giovani per contrastare il fenomeno «neet»

Inclusione sociale, aiuti per trovare un impiego e attività culturali

Giovani in cerca di lavoro

Giovani in cerca di lavoro

Livorno, 15 dicembre 2016 - Rete, informazione, partecipazione e futuro. Sono queste le quattro parole chiave del Tavolo Giovani per contrastare il fenomeno dei «neet», quei ragazzi che ormai hanno finito gli studi ma che non riescono a entrare nel mondo del lavoro. Sono stati approvati, infatti, tre progetti differenti per far partecipare più persone possibili, che coinvolgono diverse associazioni ed enti nel campo del volontariato e del sociale. «Si tratta – ha spiegato la vicesindaco Stella Sorgente – di un lungo percorso fatto in collaborazione con i giovani che è partito da tempo. Abbiamo previsto che riguardano il lavoro artigianale di riparazione delle biciclette, alcuni percorsi teatrali, artistici e tecnici e alcuni laboratori che permettano ai giovani disoccupati di fare rete e di aiutarsi tra loro a ritrovare fiducia nel mondo del lavoro. Abbiamo scelto proposte nate dal basso e il nostro obiettivo è quello di continuare su questa strada, con investimenti ancora maggiori. Nel bilancio del 2017, per esempio, sono previsti 38 mila euro per le politiche giovanili, da condividere con le associazioni che compongono il Tavolo».

La trade unions tra amministrazione, associazioni e ragazzi è stata la Rete degli Studenti Medi, che raggruppa gli alunni di medie e superiori della città e che ha partecipato al Tavolo, proponendo iniziative e lanciando proposte. Alla fine del percorso sono stati tre i temi cardine intorno ai quali si sono sviluppati i vari progetti: inclusione sociale, aiuto per trovare lavoro e cultura. Il progetto capofila è stato «Livornopolis», che è servito e servirà per affrontare il delicato tema della disoccupazione. Si tratta di laboratori tematici da cui nascerà una rete con un focus sul mondo del lavoro, rivolti ai ragazzi dai 16 ai 29 anni. «I laboratori – ha chiuso Stella Sorgente – saranno indirizzati in particolare a quei giovani che faticano a trovare occupazione o che, ormai sfiduciati, non ci provano nemmeno più. I laboratori serviranno infatti a far trovare a questi ragazzi nuove motivazioni e nuovi strumenti tecnici per non arrendersi».L'associazione Haccompagnami, il Centro Artistico il Grattacielo e i Todo Modo Music-All, invece, si sono occupati di tre attività teatrali e culturali. «Abbiamo già svolto – ha aggiunto Aurora Fontanelli della Haccompagnami – quattro incontri con alcuni ragazzi rifugiati alla sede dell’associazione San Benedetto. è stato bello vedere come i richiedenti asilo si siano subito integrati bene con gli altri nelle varie attività. Il filo conduttore del nostro progetto, infatti, era quello di unire varie diversità. Adesso siamo entrati nella seconda fase del lavoro, con i laboratori teatrali al Goldoni. Ed è stato bello vedere molti di quei ragazzi che ci hanno seguito. Vuol dire che abbiamo creato qualcosa».