
Lo Spezia Women rinuncia alla serie B conquista solo un mese fa (foto Pasquali)
A poco più di un mese dalla storia promozione in serie B e la vittoria in Coppa Italia, l’Asd Spezia Women vede infrangersi il proprio sogno e deve rinunciare alla serie cadetta. Una decisione-choc annunciata dal patron Armando Conte e dal presidente Costel Gabriel Gogu, che fa chiudere nel peggiore dei modi una stagione fin qui da incorniciare. "Con grande rammarico – spiegano – a causa di sopraggiunti ed improvvisi mancati ingressi di nuovi soci e capitali, annunciamo che la stagione 2025-26 non potrà vedere ai nastri di partenza la squadra, che aveva appena e meritatamente conquistato la Serie B". La società si riserva invece di poter continuare l’attività femminile disputando altro campionato, a quanto pare l’Eccellenza ligure. "Ringraziamo chi ci ha sostenuto e auguriamo a staff e calciatrici il meglio per il loro proseguimento di carriera". Nonostante l’ambito traguardo, conquistato dopo 20 anni, il trofeo di Coppa Italia e le vittorie in Campionato e Coppa Juniores Liguria, il calcio femminile di livello nazionale si è quindi fermato anche a Spezia. Dopo le rinunce di molte squadre nei vari campionati dalla B (come la Sampdoria), all’Eccellenza (Carpena) e Promozione regionali è arrivato un altro duro colpo alla credibilità del calcio femminile in Italia. Il problema? I costi troppo elevati di gestione e la mancanza di strutture adeguate: nessun campo in provincia (’Picco’ escluso, ovviamente) ha infatti i requisiti federali per ospitare la serie B. Per lo Spezia Women il campo di gioco era stato quindi individuato nel ’Broccardi’ di Santa Margherita Ligure, in pratica con la certezza di giocare sempre...in trasferta. A questo si aggiunge "lo scarso supporto degli sponsor, unito alla presenza non sempre adeguata delle istituzioni", che hanno contribuito a questa dolorosa scelta. Un destino simile a quello della Cestistica femminile che ha dovuto rinunciare alla A2, a dimostrazione di quanto la città stia vivendo un momento di profonda difficoltà dal punto di vista sportivo.
"Il rammarico più grande riguarda le giocatrici che hanno dovuto fare i conti con una dura realtà" prosegue il comunicato della società "che ora dovranno trovare una sistemazione in qualche altra società". Per non parlare delle giovanissime, desiderose di una crescita professionale che la città non potrà di certo garantire. Per questo stanno valutando esperienze lontane dalla provincia. Dalla società anche il ’mea culpa’ per alcuni errori commessi, in primis dallo studio legale che aveva l’incarico di valutare gruppi o cessione del titolo sportivo "con incontri solo via web e proposte inaccettabili da entrambe le parti. Tra gli sbagli da parte nostra anche la mancata acquisizione tre anni fa di un impianto in provincia in grado di diventare una vera Cittadella dello Sport".
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