MARCO MAGI
Sport

Spezia caduto sul più bello. Finale giocata sotto tono

Salvatore Esposito apparso lento e prevedibile, è mancata la sua manovra. La differenti scelte dei due tecnici: Stroppa ’pesca’ la sorpresa Barbieri.

Il gol del provvisorio 3-1 che aveva ridato speranze allo Spezia (foto Germogli)

Il gol del provvisorio 3-1 che aveva ridato speranze allo Spezia (foto Germogli)

D’Angelo o non D’Angelo, questo è il problema. È il dubbio amletico che lascia nella mente la finale persa dallo Spezia domenica sera contro la Cremonese. Al di là del (buon) contratto che lo lega, insieme al suo staff, agli aquilotti fino al 2027, avrà gli stimoli giusti per proseguire l’avventura? Se dovessimo leggere le intenzioni dopo le parole (e le espressioni) del tecnico del dopo gara, avremmo la certezza di un ciclo completamente chiuso. Ma è chiaro che il tempo delle riflessioni debba arrivare ben dopo quello delle delusioni. Perché è inutile negarlo, tutti sono rimasti delusi. Lui per primo, che ha accarezzato il sogno di toccare per la prima volta in carriera la Serie A (ma magari ha già qualche interessamento da una categoria che merita), poi naturalmente calciatori e tifosi. Per vincere, però, serve coraggio e spregiudicatezza. Lo hanno ‘chiarito’ i due allenatori a fine gara: da una parte Stroppa, che per bloccare gli spazi all’avversario si inventa Barbieri in una posizione testata solo in allenamento; dall’altra c’è D’Angelo, che compie una scelta ‘conservativa’ e fa giocare Salvatore Esposito al 60 per cento di forma, perché gli può garantire la pericolosità sulle palle inattive, e magari – aggiungiamo noi – per non sentirsi dire, in caso di sconfitta (come è comunque avvenuta) "perché l’ha lasciato in panchina?".

Il maggiore degli Esposito in questi playoff era rimasto fuori a causa di un infortunio e già nell’apparizione nel finale del match di andata, ci era apparso non al top, lento e prevedibile, capace (e non è da lui), sbagliare qualche passaggio di troppo, per forza e precisione. Fu Nzola (domenica a salutare la squadre all’albergo e poi in tribuna da spettatore) grande trascinatore in campionato, a deludere e sbagliare pure un rigore nella finale playout col Verona che spedì lo Spezia in Serie B nel 2023 (accompagnando la già retrocessa Cremonese). E Salvatore Esposito, non è stato certo il ragazzo capace di illuminare il centrocampo e l’intera squadra per tutta la stagione. Sarà, però, insieme a diversi altri che se ne andranno perché in prestito o a fine contratto, uno dei tre o quattro che rivedremo sui campi della Serie A nella prossima stagione. Ne ha qualità e cervello. Ma che uno tra Cassata e Vignali sarebbe dovuto essere tra gli 11 titolari, lo si è capito subito, quando sono entrati (tardivamente) in campo. Infine, un altro ruolo ha peccato quest’anno: quello del portiere. Dopo l’infortunio di Sarr, ottimo Gori fino alla sostituzione inspiegabile con Chichizola, poi il meritato rientro di Gori che, però, non è più stato il solito Gori. In porta, sarebbe servito qualche miracolo in più. Come quelli di Fulignati su Aurelio nelle due finali.

Marco Magi

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