Lo Spezia puntella la difesa. Arrivato il centrale Onofri

L’arrivo imminente del difensore centrale Giorgio Cittadini dall’Atalanta permetterà a mister Luca D’Angelo di poter disporre, durante tutta la durata del ritiro, di un giocatore di assoluta affidabilità dal punto di vista tecnico, già nel giro della Nazionale Under 21. Oggi l’atleta 23enne, nativo di Gardone Val Trompia, non si allenerà al centro sportivo Bortolotti di Zingonia, dove da ieri è al lavoro la formazione Under 23 dell’Atalanta, ma con ogni probabilità partirà alla volta di Spezia per mettere nero su bianco al suo contratto che lo legherà al club bianco fino al 30 giugno 2026.

Melissano, nonostante le difficoltà non indifferenti, non ultima la concorrenza del Palermo, è stato abile a convincere la Dea e il ragazzo della bontà del progetto tecnico aquilotto che ha già prodotto, in passato, ottimi risultati quando è stato rigenerato Elia dopo che lo stesso aveva patito un identico grave infortunio al ginocchio come quello di Cittadini. La formula adottata per il trasferimento del giocatore è il prestito, anche se lo Spezia vorrebbe inserire il diritto di riscatto.

Ieri è stato perfezionato anche l’ingaggio del difensore centrale Matteo Onofri, classe 2004: contratto fino al 2028 con opzione. Il ragazzo sarà valutato nel corso del ritiro da mister D’Angelo, in modo da capire se confermarlo già nella rosa o dirottarlo in prestito in Serie C. Occhi puntati, poi, in subordine su Fellipe Jack.

Ieri, nel frattempo, lo Spezia ha ufficializzato l’acquisto dell’attaccante serbo Vanjia Vlahovic, classe 2004, proveniente in prestito secco dall’Atalanta, con premio di valorizzazione. Le attenzioni del ds aquilotto, dopo la cessione di Moutinho al Lech Poznan, si focalizzano ora sugli altri giocatori che non rientrano nei progetti tecnici, in primis Antonucci, sul quale resta aperta la trattativa con il Bari per una cifra intorno al milione di euro senza contropartite tecniche, com’è nella filosofia del club bianco. Sotto osservazione anche le posizioni di Colak e Lapadula.

Fabio Bernardini