
L’importante è non parlare di sfortuna, perché si rischierebbe di cadere nel ridicolo. L’infortunio di Hristov è emblematico: probabilmente il difensore bulgaro è stato tradito dall’aumento dei carichi in vista del suo rientro, forzato dalle circostanze. Questa assenza danneggia ulteriormente una coperta che, va ribadito contro ogni giustificazione, era già cortissima alla fine del calciomercato e che ora rischia di sbriciolarsi. Nel calcio la sfortuna non è cieca, anzi ci vede benissimo, punendo chi non opera come "un buon padre di famiglia", parafrasando il nostro codice civile quando tratteggia il profilo dell’amministratore. Lo Spezia, salvo ulteriori contrattempi, va a Venezia con un reparto arretrato composto dai terzini Reca, Amian, e Moutinho e dai centrali Nikolaou, Gelashvili, Bertola e Serpe: questi ultimi due erano stati in predicato di essere ceduti per tutta la preparazione per andare a fare esperienza, esplicitamente bocciati dal tecnico al momento di fare le scelte, con Bertola che non è entrato nemmeno quando era l’unico centrale a disposizione.
E le scelte sono obbligate: se Alvini vorrà difendere a quattro, la linea sarà Amian, Gelashvili, Nikolaou e Reca (pur con tutte le incognite di un giocatore reduce da infortunio); a tre gli stessi di cui sopra, tranne Reca a fare il quinto di sinistra in un 3-5-2, modulo che forse appare l’unico realisticamente da schierare venerdì sera nell’isola di Sant’Elena. Il tragico è che non ci sono cambi all’altezza in caso di un infortunio nel reparto difensivo, per la gioia del temibilissimo reparto avanzato veneziano, che a sua volta invece può usufruire di alternative di tutto rispetto e che anche in difesa ultimamente si è rafforzato non poco con l’arrivo di Altare dal Cagliari, giocatore di valore almeno pari al migliore dei nostri difensori.
Con queste premesse è dura arrivare a gennaio in queste condizioni, Alvini dovrà per forza cercare qualcosa dal suo cilindro alla voce adattamenti, pensiamo a Ekdal arretrato sulla linea dei centrali o Kouda quinto di centrocampo, un ruolo che potrebbe fare a patto di acquisire una continuità alla quale non è al momento abituato, vista l’enorme differenza di ritmi tra C e B. Ma tira di qua, rimaneggia di là, c’è poco da largheggiare in ogni caso e anche poco da osare, perché una difesa così lenta e senza alternative deve necessariamente essere protetta da un centrocampo folto che cerchi di inaridire il gioco avversario, magari sottraendo il possesso palla. Non sarà facile, perché di fronte ci sarà Pierini, micidiale nel gioco tra le linee.
Mirco Giorgi