
Polizia postale
La Spezia, 9 aprile 2024 – Attraverso un falso sito delle Poste italiane si sono fatti versare, da uno spezzino, migliaia di euro sul conto personale: denunciati un quarantenne e una cinquantenne.
Personale della sezione operativa per la Sicurezza cibernetica della Spezia, coadiuvato da operatori del centro operativo di Genova e Napoli, oltre che dalla sezione di Caserta, dopo l'attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Genova, ha eseguito due perquisizioni a carico di un uomo ritenuto autore di una truffa ai danni di uno spezzino e di una donna che avrebbe ricevuto la somma illecitamente versata dalla vittima su un conto corrente a lei intestato.
L’attività di indagine è nata dalla denuncia dello spezzino che, dopo aver ricevuto un messaggio di phishing, apparentemente proveniente dalla società Poste italiane e aver visitato il link presente, è stato contattato da un sedicente operatore della stessa società che lo ha informato di un blocco del conto corrente postale a causa di un’indagine da parte della polizia postale della Spezia.
Successivamente, lo spezzino e è stato contattato attraverso l’utilizzo della tecnica dello spoofing (alterazione del numero chiamante attraverso l’utilizzo di circuiti internazionali o VoiceIp) apparentemente dalla numerazione telefonica in uso effettivamente alla sezione operativa per la Sicurezza cibernetica della Spezia: il truffatore, fingendosi un ispettore della polizia postale, ha informato la vittima di un’indagine a carico di un dipendente dell’ufficio postale di Levanto che aveva divulgato dati sensibili.
L’interlocutore, fingendosi un operatore della polizia, ha convinto la vittima a trasferire i propri soldi con due bonifici di oltre 8.000 euro, a favore della complice successivamente identificate e denunciata.
Tutti i soldi trasferiti sul conto della donna, grazie alla tempestiva denuncia della vittima, sono stati bloccati nell’immediatezza dalla vera polizia postale della Spezia.
Dopo le attività di perquisizione locale e informatica effettuate a carico degli indagati e dopo l'analisi tecnica sui loro dispositivi elettronici, sono stati acquisiti ulteriori elementi indiziari ora al vaglio della Procura di Genova.
La polizia ricorda che banche, poste o istituti di credito non utilizzano mai sms, mail o telefonate per richiedere ai clienti dati personali, credenziali di accesso o informazioni urgenti. In caso di dubbi su presunti movimenti sul proprio conto, contattare direttamente l’istituto di credito.
“Allo stesso modo – concludono – in nessun caso bisogna cliccare su link allegati a messaggi o e-mail, anche se apparentemente provenienti da mittenti attendibili, ma in caso accedere ai servizi attraverso app scaricate dalle piattaforme ufficiali o siti Internet raggiunti digitando le url direttamente sulle barre di indirizzo del proprio browser”.
Marco Magi