
Venti chilometri per una storia ultra centenaria. La lectio di Banti
Una piccola porzione di territorio che quasi sparisce nella mappa che da Canterbury collega Roma. Ma la tratta che attraversa la Val di Magra e supera appena i 20 chilometri raccoglie segni di storia che la rendono parte essenziale del cammino dei pellegrini. Una risorsa storica e non soltanto di bellezza naturale che andrebbe adeguatamente valorizzata per riscoprirne il patrimonio inestimabile. Delle potenzialità legate al passato da trasformare in risorse del futuro ha parlato Egidio Banti, profondo conoscitore della storia della città. "Il turismo – ha spiegato – significa anche tradizione e valore storico di un territorio. Sarzana può vantare un ruolo centrale nella via Francigena. Partendo dal 1306 quando Dante Alighieri ricevette proprio in piazza Calcandola, l’attuale piazza Matteotti, il mandato per la sottoscrizione della pace tra i Vescovi di Luni e i Malaspina che venne poi sancita a Castelnuovo in piazza Querciola e ancora oggi viene celebrata come la Pace di Dante".
Egidio Banti è un pozzo di conoscenza della città, del significato dei simboli e dei segreti che la circondano e che rappresentano spunti essenziali da divulgare non soltanto nelle visite guidate ma con un respiro ampio e internazionale. Quante volte ci siamo chiesti cosa nascondesse la spada conficcata sulla facciata della cattedrale di Santa Maria? E spesso le risposte sono state differenti. "Quella lancia non raffigura la pace di Dante perché è del marzo 1353 quindi successiva. Significa invece la pace tra tutte le Signorie da Milano fino alle soglie di Roma. Fu Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, a convocare i rappresentanti da mezza Italia a Sarzana e le delegazioni arrivarono a partire dal primo gennaio. Fu quella una sorta di Giubileo che portò in città centinaia di persone che alloggiarono nella zona in quello che potremmo definire un esempio di turismo e che ancora oggi dovrebbe proseguire seguendo le orme della storia". E poi ci sono i santi che hanno lasciato il proprio nome a località della città e della zona: da San Genesio, al vescovo tedesco Gottardo, Maurizio legato al nome del porto tra Fiumaretta e Bocca di Magra oppure Paterno che curò un pellegrino morso da un serpente e ancora oggi viene considerato il protettore dei fedeli dalle insidie dei rettili che si incontrano sulla via"
Massimo Merluzzi