REDAZIONE LA SPEZIA

"Uno sport estremo, da praticare in coppia e con un solo fucile"

Le raccomandazioni del recordman Delbene "Non è un’attività per tutti. Preparazione ed equilibrio"

La sincope anossica è una delle principali cause di morte per chi pratica apnea. In sostanza avviene una perdita di coscienza, un banale svenimento che però in acqua non è per niente banale. Come spiega Gabriele Delbene, istruttore e record mondiale di cattura più profonda, con una cernia di quasi 8 chilogrammi pescata a 62,4 metri di profondità: "La sincope anossica – dice – è un banale svenimento, ma se ti viene mentre mangi un panino svieni e basta. In acqua quando parte lo stimolo di respirare inali acqua. L’incidente classico per chi pratica apnea. La pesca in apnea è uno sport altamente individuale. Io faccio corsi e seminari in tutta Italia, non seguo più di quattro persone alla volta , e la prima cosa che dico è che la pesca in apnea si dovrebbe praticare sempre in coppia e con un solo fucile. In questo modo si riesce a vigilare l’uno sull’altro, e si controlla l’ego. Se Maurizio avesse avuto un compagno molto probabilmente si sarebbe salvato". Ma quali sono le insidie maggiori nei nostri mari? "La pesca in apnea – prosegue l’istruttore – in molti casi tira fuori l’ego smisurato. Questo è uno sport altamente viscerale, dove l’uomo torna alle origini e si sente cacciatore. I rischi sono uguali in tutte le acque, ma il maggiore pericolo è l’acqua stessa. Mi spiego, più è limpida e più è profonda e più è profonda più cerchi di andare in profondità. La sincope anossica fa più morti del moto Gp. Bisogna sempre valutare i rischi, che ci sono anche per gli esperti. Il pericolo più grande in questo sport siamo sempre noi stessi. Uno sport viscerale, talmente viscerale da diventare estremo".