
Una denuncia per "uccisione di animale", reato previsto e punito dall’articolo 544 bis del codice penale che prevede la condanna da quattro mesi a 2 anni di reclusione. Così, dopo il ritrovamento della carcassa di un cucciolo di cinghiale nel parco 25 Aprile, ex Maggiolina, la vicenda (come scriviamo in cronaca regionale) approda al vaglio della Procura. L’atto è stato formalizzato ai Carabinieri forestali da un gruppo di animalisti che ha affidato all’avvocato Valentina Antonini il mandato di rappresentarli nella prospettiva della costituzione di parte civile. In pista, al fianco del legale (storico riferimento del mondo ambientalista) il veterinario Carlo Andreoni.
L’ inchiesta è alle prime battute. E fra gli atti incamerati dagli inquirenti c’è il verbale con le dichiarazioni di Paola Bosisio, esponente della Lav; ha visto da vicino il cadavere dell’animale e sostiene che lo stesso non facesse parte della famiglia censita nell’immediatezza della chiusura del parco. Nove cinghiali erano lunedì e nove erano ieri, come documenta un filmato. Il piccolo è sfuggito all’epoca del primo check?
"Qualcuno è entrato e lo ha scaricato. E per far questo ha schiantato la fascetta di plastica con cui era stato chiuso, in maniera approssimativa, il cancello del parco davanti al quale è stato riposto il piccolo cadavere. Sento puzza di bruciato. La segnalazione dell’animale senza vita è arrivata alla Polizia, secondo quanto ho appreso, da una fonte anonima. C’è da capire..." sostiene Bosisio avendo a cuore l’esclusione di un’ipotesi: "Sicuramente l’animale non ha la peste suina perché la malattia, oltrechè con lo spappolamento della milza, si palesa con il sangue alle orecchie. Il piccolo non lo aveva. C’erano delle tracce sulla bocca tutte da indagare".
E’ quello che compete al Servizio Veterinario (che dipende dell’Ufficio Sanità Animale dell’Asl diretto da Maria Teresa Teneggi) e all’istituto zooprofilattico sperimentale, articolazione periferica del Ministero della Salute con cabina di regia a Torino e sezione anche alla Spezia (di cui è responsabile il dottor Carlo Ercolini). L’ Asl 5 deve fornire all’Istituto zooprofilattico campioni di sangue e tessuti. A seguire, avverranno gli esami di laboratorio: quelli tossicologici a Torino, quelli per la pesta suina in un laboratorio dedicato di Genova; i primi sono lunghi (l’esito si avrà fra una quindicina di giorni), quelli per accertare la malattia che sta mettendo in ansia gli allevatori sono brevissimi: basta esaminare l’organo sentinella, la milza. Se spappolata, la morte è da peste suina. Sicuramente l’accertamento avverrà dopo Ferragosto. Ieri mattina è solo avvenuto il recupero del cadavere e il suo trasferimento nelle celle frigorifere del Servizio Veterinario dell’Asl.
Ieri, ancor più degli altri giorni, il presidio animalista attorno al parco è stato serrato. I dirigenti della Lav, contattati per sapere l’esito degli sforzi tesi ad individuare una struttura idonea per l’ospitalità dei cinghiali, per evitare il loro abbattimento altrimenti previsto dalla legge, hanno riferimento: "Ci stiamo ancora lavorando". Fra le prospettazioni per una soluzione incruenta quella di un rilascio nel luogo di provenienza documentato da un video: il bosco dell’Antoniana. Della serie: riportiamolo a casa. Ma l’ipotesi non è presa in considerazione dalla Regione.
Corrado Ricci