"Un fascino alla Humphrey Bogart E sotto, la pulsione per la cronaca"

Cinquant’anni di reciproca conoscenza, di confidenze e di passione condivisa per macchina e obiettivo. Il ritratto disegnato da Maggiani: "Un uomo che fa il fotografo e non un fotografo che fa l’uomo"

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Maurizio

Maggiani

Quello che so di lui che son cinquant’anni che lo conosco e abbiamo bevuto assieme, e abbiamo parlato, e non abbiamo mai litigato così distanti che erravamo da non poterci toccare ma solo riconoscerci, è che era un bell’uomo, di una bellezza senza rotondità, senza un filo di domesticità, alla Humphrey Bogart. Quello che so di lui è che era un reazionario eppure non un nemico del popolo, alla James Ellroy, alla Clint Eastwood, e sono sicuro che lui la pensasse alla stessa maniera, e i film di Eastwood li ha visti di sicuro e magari anche tre volte cadauno, ma se non ha letto Ellroy, cosa assai probabile, si è perso il piacere di riconoscersi in un pezzo di bella letteratura. Quello che so è che anche nei suoi ghigni di circostanza, c’è sempre stata la circostanza per un suo ghigno, le rughe che modellavano il suo sguardo sapevano di una sensazione di tragedia; del resto il suo era un lavoro tragico, il fotografo di cronaca è questo, perché la cronaca che vale la pena di raccontare su un giornale è perlopiù cronaca di tragedia, e comunque era questa che andava cercando, mandato o anche solo per intima pulsione. So bene che si presentava da cinico, so bene che chi conosce la tragedia in sé e nel mondo ha bisogno di sopravviverle così, a meno che non sia un santo, o un super eroe. E so dunque di lui che era un bravo fotografo, rarissimo nel suo campo, e non c’è verso che possa essere sostituito dai telefonini dei guardoni, quelli approfittano del caso, lui era dove doveva essere. Quello che so di me è che gli volevo bene, e gliene volevo perché era un uomo che faceva il fotografo e non un fotografo che fa l’uomo, non aveva bisogno di tante parole per esserlo e palesarlo, ma aveva dei gesti, quando si sentiva di lasciarsi andare a un gesto, di assoluta umanità; per questo penso che me ne volesse anche lui, tra umani è così che succede. E quello che so infine di lui è che una volta l’ho visto piangere e lui non ha rimediato, non ha voluto rimediare, a questa estrema debolezza così poco confacente; eravamo davanti al suo giornale, e lui mi ha detto di suo figlio.