
Non solo la richiesta di sequestro dell’immobile ma anche un esposto-querela per bloccare i lavori di trasloco propedeutici alla bonifica. L’avvocato Andrea Buondonno alza il tiro nella querelle dei lavori necessari ma tardivi e, in questo momento, inopportuni là dove l’effetto indotto sarebbe quello di fare sparire elementi probatori alla vigilia di un accertamento giudiziario.
Il braccio di ferro è con la Telecom e investe la centrale di Corso Nazionale alla Spezia. I lavori in corso sono quelli per la rimozione dei mobili presenti nel complesso immobiliare che costituisce il primario crocevia delle linee telefoniche, e degli apparati annessi, della provincia. Spostandoli, creerebbero abrasioni sul pavimento contenente amianto, col rischio di mettere in circolazione le fibre killer. Di qui la denuncia per addivenire all’altolà dei lavori in corso e al sequestro dell’immobile. Obiettivo: preservare i tremila metri quadrati di superficie prossimi ad una perizia tecnica, nelle forme dell’incidente probatorio, nell’ambito dell’inchiesta rilanciata dl gip Fabrizio Garofalo dopo l’accoglimento dell’opposizione alla richiesta di archiviazione proposta dal pm Rossella Soffio. Undici gli indagati, tutti dirigenti Telecom. A sollecitare nuove indagini – tese a verificare nessi causali tra esposizioni all’amianto e l’ispessimento pleurico lamentato da tre lavoratori – era stato Andrea Buondonno, che assiste gli operatori. Ieri la muova mossa dell’esposto querela.