REDAZIONE LA SPEZIA

"Thiago Motta voleva restare a Spezia"

Il procuratore dell’ex tecnico svela il retroscena. "Ha chiesto chiarimenti al club su alcune situazioni, gli hanno proposto la rescissione"

Si sprecano le recriminazioni, in queste ore, in seno alla tifoseria aquilotta per ciò che poteva essere e non è stato. Uno dei rimpianti più grandi è quello di non aver dato alla squadra una continuità di guida tecnica lo scorso giugno. Mister Thiago Motta aveva, infatti, compiuto un miracolo, in mezzo a mille difficoltà (mercato bloccato a gennaio, Covid in ritiro), salvando la squadra alla penultima giornata di campionato e riuscendo a creare un legame fortissimo con la gente del ‘Picco’. Se Motta fosse rimasto sulla plancia di comando il lavoro di un anno avrebbe avuto una sua continuità, con ovvi benefici per ciò che riguarda gli automatismi tecnico-tattici assimilati dai giocatori e il rapporto con l’ambiente. Ne parliamo con Alessandro Canovi (nella foto), il procuratore di Thiago.

Canovi, lo Spezia retrocesso in B porta a rimpianti infiniti, in primis la mancata continuità tecnica con mister Motta.

"Premesso che ho il massimo rispetto di Gotti e Semplici, la stagione 2021-2022 è stata indubbiamente incredibile considerando le problematiche del mercato chiuso, del Covid in ritiro. Ricordo ancora la prima partita ufficiale, in Coppa Italia, contro il Pordenone, con soli undici giocatori arruolati. Thiago è riuscito nell’impresa di portare la squadra alla salvezza facendo capire ai suoi giocatori che ogni partita andava affrontata alla morte. Ha coniato una squadra battagliera".

Poi la separazione a giugno....

"A fine campionato Thiago ha chiesto chiarimenti al club per evitare il ripetersi in futuro di determinate situazioni che si erano verificate e che tralascio. La risposta è stata una proposta consensuale di risoluzione del contratto che Thiago ha accettato".

Thiago sarebbe rimasto alla guida dello Spezia?

"Sicuramente, ma non a qualsiasi condizione. Sia ben chiaro che per la separazione di Motta dallo Spezia non si deve parlare di esonero o di dimissioni. È stato un accordo consensuale, redatto rapidamente, osservato con grande professionalità sia da Thiago che dal club".

Quali le impressioni di Motta sulla retrocessione dello Spezia?

"È chiaro che è dispiaciuto visto che è rimasto legato a Spezia e agli spezzini. La sintesi del forte legame di Thiago è stata l’ultima partita disputata al ‘Picco’, con quell’abbraccio alla curva".

E per lei cosa ha significato il ritorno in cadetteria delle Aquile?

"Un enorme dispiacere e un’infinita tristezza. Quello di Spezia è un ambiente favoloso che ho imparato a conoscere e apprezzare, so benissimo quanto gli spezzini siano attaccati alla squadra. Vedere adulti e bambini piangere mi ha fatto male".

Si aspettava la retrocessione?

"Diciamo che non la speravo. Forse alla squadra è mancato lo spirito combattivo necessario quando è tornata a lottare per la salvezza, psicologicamente non era preparata. Ho visto una squadra diversa prima e dopo il Mondiale. Poi ci si è messa anche un po’ di sfortuna, anche nello spareggio".

Fabio Bernardini