
"Vogliamo superare quota 82% nella differenziata"
Se a Vezzano si celebra il ventesimo compleanno dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, anche Castelnuovo si avvia a festeggiare un compleanno importante. Perché il suo ingresso nella rete degli enti locali che operano a favore di una gestione sostenibile dei propri territori, risale all’inizio del 2016. Non mancheranno alla ’festa’ del 21 maggio, la sindaca Katia Cecchinelli e il vicesindaco con delega all’ambiente Luca Marchi. "La presenza di Castelnuovo nella rete dei Comuni virtuosi da nove anni consecutivi senza interruzioni – commenta Marchi – è frutto di un impegno e un’attenzione verso la tutela dell’ambiente e la qualità della vita che parte da lontano e non si ferma". Fiore all’occhiello della gestione ’virtuosa’ di Castelnuovo è la raccolta differenziata. "Non abbiamo ancora la certificazione del 2024 - spiega Marchi – ma nel 2023 eravamo all’81,55% e per il 2024 ci aspettiamo il superamento dell’82%. In parallelo abbiamo confermato, per il terzo anno consecutivo, il ricorso alla tariffa puntuale sulla componente indifferenziata dei rifiuti e ottenuto il riconoscimento di Comune Plastic Free che ci impegna a ridurre l’inquinamento da plastica attraverso una corretta raccolta e smaltimento".
Confermata anche la certificazione del Rina Service, ente accreditato a valutare i controlli ispettivi sul sistema di gestione ambientale nell’area comunale, che attesta la conformità alla norma Uni En Iso 14001:2015. Incomprensibile ai più, la sigla ha un significato preciso. "Non è semplice da sintetizzare – commenta Marchi – ma concretamente vuol dire che nella gestione del territorio, per esempio la manutenzione di un immobile o l’acquisto di forniture, ci siamo dati una serie di protocolli interni che, oltre a quanto stabilito dalla legislazione base, introducono altri parametri relativi alla valutazione dell’impatto ambientale delle scelte". È una certificazione richiesta annualmente e sulla cui utilità la minoranza ha sollevato dubbi. "Se non ricordo male – spiega Marchi – il ricorso alla certificazione era partita ai tempi del sindaco Marzio Favini, tra il 2004 e il 2014. Ed è lui stesso, oggi consigliere di minoranza, a sottolineare che non serve più. In parte ha ragione. Fino a diversi anni fa la certificazione Iso dava qualche punteggio in caso di graduatorie per bandi e richieste di finanziamenti. Ora non più. Inoltre, tra controlli e ispezioni, costa intorno ai tremila euro l’anno e non fornisce più alcun vantaggio concreto. Ma per noi non è solo una questione economica. È uno strumento che comunque stimola il continuo miglioramento delle prestazioni ambientali. Noi ci crediamo, lo portiamo avanti da anni, inserito in una serie di altre azioni virtuose. Ci ragioneremo, ma per noi abbandonarlo sarebbe fare un passo indietro". E guardando avanti, invece, cosa vede? "La creazione di una comunità energetica – conclude Marchi – È presto per parlarne. Stiamo muovendo i primi passi, ma la direzione è quella".
Alina Lombardo