
Telecamere di sorveglianza (Pasolini)
La Spezia, 12 aprile 2015 - Telecamere per controllare i dipendenti, titolare del bar costretta ai lavori di pubblica utilità. Accade in città, con una donna, legale rappresentante di un bar, che ben presto si vedrà impiegata presso un’associazione di volontariato in lavori a favore della collettività: un impegno finalizzato all’estinzione del procedimento penale che l’ha vista imputata per una violazione allo statuto dei lavoratori. La donna, di fatto, in barba al divieto di installare telecamere per controllare a distanza l’attività dei propri dipendenti, aveva utilizzato all’interno del proprio locale quattro telecamere – con tanto di monitor per controllare in diretta tutto ciò che accadeva all’interno del bar –, due delle quali riprendevano direttamente il dipendente che, solitamente, svolgeva la sua attività lavorativa dietro al bancone del bar. Una mossa, questa, con molta probabilità attuata per controllare che non sparissero denari dalla cassa del locale.
A scoprire che qualcosa non andava erano stati gli ispettori della Direzione provinciale del Lavoro. Il personale dell’ente di piazzale Kennedy avevano notato quelle quattro telecamere, chiedendo al gestore del locale se fosse in possesso delle necessarie autorizzazioni finalizzate all’installazione delle apparecchiature e alle riprese video all’interno del locale.
La titolare cadde dalle nuvole, sostenendo di non aver installato le telecamere ma anzi di averle già trovate nel bar, piazzate dal precedente titolare. L’assenza di autorizzazioni fece scattare immediatamente la sanzione amministrativa di diverse migliaia di euro da parte dell’Ispettorato del lavoro. Che, non essendo stata pagata dalla titolare, si è tramutata dopo poco tempo in denuncia penale. Il fascicolo finì ben presto sul tavolo del pubblico ministero, che emise decreto penale di condanna nei confronti della donna. Dispositivo che, nei giorni scorsi, è stato impugnato con successo dagli avvocati Simone Serafini e Michele Fiore, con il giudice delle indagini preliminari che ha ammesso la titolare del bar alla messa alla prova. Con la donna (che oggi gestisce un altro bar in provincia) che a breve comincerà il proprio “percorso di riparazione’’ assieme a un’associazione di volontariato della Spezia, svolgendo un po’ di ore di servizio a favore della collettività.
Matteo Marcello