
Non da soli. Si può rissumere così la fiaccolata che ieri sera, a partire dalle 18,30, ha sfilato da piazza Saint Bon, lungo via Del Prione per raggiungere piazza Europa in solidarietà con il popolo Ucraino. Alla manifestazione erano presenti le delegazioni Rumena, Albanese, Dominicana e non mancavano neppure gli Italiani a testimoniare la solidarietà a un intero popolo. "Una sfilata che ha uno scopo preciso – ha detto Aliona Savina presidente dell’associazione degli Ucraini a La Spezia – quello di non far dimenticare. Tutti i giorni se ne parla ma il rischio è che diventi una routine ma non è così che deve essere intesa. Nel mio paese stanno morendo le persone. Noi vediamo questo tutti i giorni, abbiamo i nostri cari lassù. È importante che la gente comprenda queste cose e chi è rimasto a casa sappia di non essere solo". Parla a ruota libera Aliona mentre insieme alle altre donne srotola la bandiera gialla e azzurra. Non manca neppure la musica: una canzona che parla della loro terra.
La comunità Dominicana con la rappresentante Maria Peralta è insieme a un nutrito gruppo di connazionali. "Siamo tanto preoccupati perché dopo la pandemia ci ritroviamo a vedere questa guerra. La vita umana non interessa a nessuno, questa è solo brama di potere". Peralta racconta la dittatura che ha coinvolto il suo paesse di origine, una delle più sanguinose dell’America latina, la rivoluzione del ’65 e poi dell’ ’84. "Stiamo raccogliendo denaro, cibo e vestiti – aggiunge Maria Peralta – aiutano una famiglia ucraina che sta ospitando delle mamme con bambini fuggite dalla guerra. Andiamo a Santo Stefano Magra a selezionare i vestiti e sono davvero tanti i dominicani che hanno dato la disponibilità ad ospitare le famiglie".
Un’ adesione corale. E non mancano le persone più giovani alla sfilata. È il caso di Carlos Gonzales arrivato in Italia 4 anni fa e che ancora bisticcia un po’ con la lingua italiana. Ma si fa capire – "Io sono qui perché sono per la pace". Non tentenna quando pronuncia queste parole. "Ora nel mio paese c’è la democrazia ma non è sempre stato così".
Poco più distante la comunità Albanese che sventola la bandiera rossa con un’aquila a due teste al centro. "Siamo venuti non appena abbiamo saputo della manifestazione – ha detto Julian Topcija presidente dell’associazione che rappresenta la comunità a livello provinciale e regionale –. Una guerra ingiusta per questo anche noi siamo qui per stare vicini al popolo ucraino". Parla di integrazione nel nostro Paese Julian e lo fa con un sorriso, orgoglioso, parlando dei 500 albanesi che hanno ottenuto la cittadinanza. Nella folla che sta riempiendo piazza Saint Bon non potevano mancano i Rumeni. "Noi siamo molto vicini, confiniamo con l’Ucraina – ha spiegato Simona Petrica che in Romania ha ancora i due figli più grandi e i nipoti –. Conosco rumeni che nel mio paese stanno ospitando famiglie ucraine fuggite dalla guerra. Io sono vissuta sotto il comunismo so cosa vuol dire..". Poi la musica dà il via alla siflata e con le torce accese in mano uomini, donne e bambini in carrozzina riempiono le vie del centro storico per un no deciso alla guerra e perché tutto questo non diventi una ...routine.
Anna M. Zebra