"Sull’amianto si può e si deve fare di più"

Il sottosegretario Costa spinge per nuove norme tese all’intervento in occasione di opere che prevedono valutazioni di impatto ambientale

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"Si può e si deve fare di più per migliorare la disciplina normativa in materia di amianto a cominciare dalla previsione dell’interazione del Ministero della Salute nell’esame dei progetti e dei controlli sull’esecuzione delle opere sottoposte a valutazione di impatto ambientale che prevedono, fra l’altro, la rimozione dell’eternit da vecchi edifici per farne nuovi o mettere in sicurezza l’esistente". Parola del sottosegretario alla Salute Andrea Costa al convegno "Le regole dell’amianto" svoltosi ieri all’Nh della Spezia per iniziativa dell’associazione Effetto Spezia, nel ritorno di fiamma dalle stessa (presieduta da Fabio Vistori) dopo gli esordi di 5 anni fa connessi al sostegno delle candidatura a sindaco di Giulio Guerri (ieri tenuto alla larga dai lavori) .

Moderato da Filippo Paganini, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Liguria, l’incontro, è valso a tenere alta l’attenzione sul caso-Spezia, seconda città italiana per casi di mesotelioma, dopo Casale Monferrato, dove l’eternit veniva prodotto. Il tema è stato rilanciato dal consigliere comunale Massimo Baldino Caratozzolo, vicepresidente dell’associazione Effetto Spezia: "La storia dell’amianto è drammaticamente connessa alle vicissitudini industriali e militari. Pesano ancora purtroppo l’eredità dei cantieri navali di demolizione, delle navi grigie di vecchia generazione, dei tetti di alcuni capannoni dell’Arsenale" ha detto ricordando le ansie della gente di Marola a causa della scopertura parziale di questi per effetto del fortunale del 2018.

"Occorre marcare stretta la messa in sicurezza", ha detto Baldino. Il tema è stato ripreso, ad ampio spettro, da Alessandro Munari, esperto diChimica industriale, già docente a contratto all’Università di Genova per il corso “Trattamento dei rifiuti solidi” e “Gestione dei rifiuti”. Ha parlato, infatti, delle buone pratiche delle bonifiche. Tra i relatori anche Alessandro Stefana, avvocato originario di Brescia, specializzato in Diritto ambientale che ha messo a fuoco le criticità dello smaltimento. "L’emergenza-amianto è tutt’altro che superata. Stiamo vivendo una fase forse ancora più delicata; c’è ancora tantissimo amianto e servono siti per lo smaltimento che non si trovano. Gli stati esteri destinatari di una grande parte di rifiuti da smaltire hanno cominciato a fare muro. L’Italia dovrebbe organizzarsi meglio. Oggi esiste una tecnologia di trattamento moderna e sicura ma nonostante questo nessuno vuole avere vicino al proprio Comune un sito di smaltimento".Tema rilanciato da Matteo Masiello, altro avvocato specializzato in Diritto ambientale. Intervenuti, tra il pubblico, Giovanni Grazzini, commissario di Forza Italia e Pietro Serarcangeli, presidente dell’Afea, l’associazione dei familiari degli esposti all’amianto che ha ricordato come la legge che vieta l’uso dell’amianto nasce nel 1982 ma che già dagli anni ‘80 si parlava della sua pericolosità per la salute di cui sono stati e sono "prova" tanti ex militari. Un dato per tutti: fra La Spezia e Sarzana sono 150 i deceduti per mesotelioma pleurico i cui familiari sono soci dell’Afea. A fine 2019 erano 600, in Italia, i morti per patologie riconducibili all’amianto che avevano prestato servizio della Marina Militare.

Corrado Ricci