
Storie di donne che amano il porto "Consapevoli di valere e integrate"
Dal diploma conseguito al liceo classico Costa alla guida delle gru che movimentano i containers il passo è ardito. "Questione di vedute: larghe per effetto degli studi in filosofia, all’alto verso il basso per la passione che ho sempre avuto di volare...". Sara Milazzo, 28 anni, ha anche la battuta facile oltre a riflessi pronti e occhi ficcanti per condurre la danza aerea degli scatoloni di acciaio in arrivo e partenza dal molo Fornelli di Lsct. Con la sua lunga chioma bionda e l’altezza statuaria è una delle operatrici dello scalo che ieri si è raccontata nel convegno "Storie di donne che amano il porto" promosso dal Comitato unico di garanzia dell’Autorità di sistema portuale, organo-vigilantes tradurre in realtà il principio delle pari opportunità.
In tanti dicono a Sara che potrebbe fare la modella. Lei sorride e rilancia sul piano del lavoro e della strategia rosa: "Preferisco essere un modello di determinazione per superare gli stereotipi". Tali sono anche Isabella Chillè, trattorista della Quayside service, Orietta Salvini e Allegra Amelia Del Nista, operatrici di piazzale della Eagle Service. Anche loro, insieme alla sindacalista Amelia Ferrara e alla presidente di Dock Service Daniela Mazzocca, hanno veicolando un messaggio forte e chiaro: "Siamo consapevoli dell’importanza dei nostri ruoli e del nostro valore nel gioco di squadra del quale siamo parte fondamentale". Ciò per portare la casa lo stipendio e anche per superare le diffidenze che pure esistono anche lungo le banchine. Non è casuale il richiamo-auspicio del presidente dell’Authority Mario Sommariva: "Il porto deve puntare di più sulle donne. Loro dimostrano di amarlo, devono essere corrisposte". Il futuro è rosa.
Un tassello nel mosaico spezzino delle donne in prima linea lo ha posto Sommariva, nell’ottobre scorso con la scelta della numero due, Federica Montaresi, elevata alla soglia del ruolo-chiave di segretario generale. Ne ha fatto di strada l’ingegnera. Ieri, nel suo intervento, si è prodotta in amarcord e confidenze.
"A tendermi la mano nel 2007 al primo giorno di ingresso dell’Autorità portuale, vincitrice di concorso, furono due impiegate: mi hanno aiutato ad inserirmi. Questione di solidarietà femminile". All’epoca era presidente Giorgio Bucchioni. Un gradimento da costruire per la ragazza. Ma un risultato finale che si è fatto riconoscimento: "Il suo intervento a sostegno della mia nomina a segretario generale è stato il più forte di tutti" ha rivelato Montaresi rievocando il passaggio in Comitato di gestione.
I lavori, moderati da Giovanna Visco, hanno inanellato storie e considerazioni di altre donne. Cristina Bisà (Cda del Gruppo Perioli), Genziana Giacomelli (dirigente risorse umane della Tarros), Anna Vivaldi (presidente di Confcooperative) e donne delle istituzioni: la consigliera comunale Gabriella Crovara; l’assessore alle pari opportunità del Comune di Carrara Roberta Crudeli; la presidente della Consulta femminile Elisa Romano. Tutte sono andate oltre al richiamo matematico alle quote rosa per sostenere che la competenza non è questione di sesso ma se è vestita di garbo e sorrisi ha un valore aggiunto, per dare valore al porto.
Corrado Ricci