
La ragazza venne molestata all’interno di una cabina della nave da crociera Costa Diadema
La Spezia, 29 settembre 2017 - CINQUE anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, divieto di avvicinarsi a luoghi abitualmente frequentati da minori. Si è concluso così ieri il processo al cameriere della nave da crociera Costa Diadema - Omar Melendex, 55 anni, honduregno - che il 23 ottobre del 2015, quando l’unità era all’attracco al molo Garibaldi, aggredì una ragazza francese di 13 anni, costringendola a subire atti sessuali. Nessun rapporto consumato, ma una stretta forte, con palpeggiamenti vari e tentativi di baci in bocca. Tutto respinto dalla ragazza che raccontò l’accaduto ai suoi genitori i quali presentarono una denuncia al comandante, che a sua volta riferì alla Polizia. L’indagine-lampo che portò all’identificazione dell’uomo, venne svolta dalla Polizia di frontiera. Era stato il pm Federica Mariucci poi a chiudere il cerchio chiedendo il rinvio a giudizio del cameriere.
IERI a ricostruire i fatti in aula è stata la stessa ragazzina – giunta alla Spezia con i genitori da Bordeaux – citata come parte offesa, ma non costituitasi parte civile. «Ero rientrata in cabina mentre il cameriere stava riordinando la stessa. All’improvviso mi è saltato addosso. Mi ha stretto forte, mi ha baciato sul collo, sulle guance, sulle braccia. Io cercavo di divincolarmi. Ma lui mi stringeva ancora più forte. Ad un certo punto mi ha preso il viso tra le mani e ha tentato di baciarmi in bocca. Sono però riuscita a colpirlo con due calci; lui ha così allentato la presa e a quel punto sono riuscita a fuggire. Un’esperienza da incubo...». La giovane, liberatasi dalla morsa, raggiunse i congiunti. Questi, appreso dell’accaduto, riferirono al comandante della nave che immediatamente allertò la Polizia di frontiera. Gli agenti dopo aver ascoltato tutte le parti a vario titolo coinvolte nella vicenda, avevano deferito alla procura lo steward di cabina honduregno, accusandolo di violenza sessuale su minore. L’unità della Compagnia Costa era nel frattempo ripartita dalla Spezia. Ma al successivo scalo il cameriere venne sbarcato e licenziato in tronco. Di lui si sono poi perse le tracce. Assente all’udienza preliminare davanti al gup Marta Perazzo; assente anche al processo che si è sviluppato per due udienze davanti ai giudici Diana Brusacà (presidente), Fabrizio Garofalo e Giacomo Nappi. Ieri, dopo l’audizione degli investigatori, la deposizione della vittima, affiancata dai genitori; da parte della famiglia nessuno spirito di rivalsa patrimoniale, semmai la volontà di sostenere l’impegno della Polizia e della Giustizia a dare forma ad una sentenza che, sul piano del quantum, è sicuramente esemplare. In parallelo un’occasione per godersi La Spezia, i suoi musei, il circondario che durante lo scalo nell’ottobre del 2015 non poterono essere apprezzati.
Corrado Ricci