Baby calciatori africani, inchiesta sullo Spezia, "Fittizie anche le iscrizioni a scuola"

Così i ragazzi avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno. «Solo soldi veri»

La Serie B si ferma

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La Spezia, 13 febbraio 2019 - Nelle carte dell’inchiesta della squadra mobile è indicato come ‘sistema Spezia’. Si tratta dell’articolato percorso burocratico fattuale che, dalla Nigeria, ha portato in Italia, dal 2013 al 2017, 13 ragazzi nigeriani, coltivati nell’Accademia di Abuja fondata da Gabriele Volpi; obiettivo: tesaurizzare il loro talento calcistico, permettendo alla società aquilotta di impiegarli nelle proprie squadre o fare cassa nel calcio mercato. «Soldi veri» si legge in una intercettazione. Ecco i fondamentali dell’iter costruito ad hoc.

Si parte dalla lettera di anticipazione al consolato italiano in Nigeria della richiesta di visto temporaneo per partecipare a tornei in Italia (come quello di Viareggio). La presenta Silvano Bellinato, padovano, manager della Intels Nigeria Ldt, società del gruppo facente capo a Gabriele Volpi.

A seguire c’è la richiesta del rilascio del visto per turismo al consolato d’Italia in Nigeria; la inoltra la scuola calcio Football College Abuja, con delega dei genitori delle giovani promesse, a favore di Renzo Gobbo, allenatore della squadra nigeriana (ex giocatore della massese e già allenatore della carrarese), ad assumere per l’occasione la veste di tutore dei minorenni.

C’è poi la «dichiarazione di responsabilità», allegata alla richiesta di visto, assunta dallo Spezia calcio con l’espresso impegno a «assicurare il rientro al paese di origine entro i termini previsti dal visto di ingresso»; le lettere in questione risultano essere state firmate dallo spezzino Giovanni Grazzini, nel 2015 e, a seguire, da Luigi Micheli, nelle vesti di amministratore delegato.

I ragazzi, però, non rientrano in Nigeria (quanto meno la maggior parte). Tutto preordinato. A quel punto scatta la richiesta al giudice tutelare di Genova del decreto di nomina a «tutore» di Giuseppe Addiedo Mobilio (nel 2013), Roberto Sannino (2014, 2015, 2017) e Giorgio Sannino (2017), tutti residenti a Chiavari; a seguire la richiesta di permesso di soggiorno per «affidamento dei minor»i: viene presentata alla Questura di Genova.

In quel contesto, a supporto del titolo per la permanenza in Italia, si colloca l’iscrizione all’istituto professionale Caboto di Chiavari. Una iscrizione fittizia visto che, secondo gli accertamenti degli inquirenti, i ragazzi non hanno frequentato le lezioni. C’è poi il tesseramento di alcuni calciatori minorenni da parte della società dilettantistica Valdivara 5 Terre con l’accordo del suo presidente Giovanni Plotegher, con la dirigenza dello Spezia, di trasferirli a quest’ultima al compimento dei 18 anni.

Al traguardo della maggiore età, altra richiesta dei tutori alla Questura di Genova, quella di di mutare il permesso di soggiorno da «affidamento del minore» a «in attesa di occupazione» e il tesseramento dei giocatori allo Spezia calcio, la loro valorizzazione-monetizzazione. Introiti accertati per 5 milioni e 950mila euro. Un affare. L’epilogo del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Corrado Ricci