Sos rischio idrogeologico "Investire in manutezione"

L’allarme lanciato da Coldiretti in occasione delle ’Giornata mondiale del suolo’ "In Liguria ancora tante aree naturali, ma non dobbiamo abbassare la guardia"

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In Liguria rallenta il consumo del suolo, ma ora più che mai è necessario investire in manutenzione e infrastrutture per mettere il territorio ligure al riparo dai rischi idrogeologici. A lanciare l’allarme è la Coldiretti regionale in occasione della Giornata mondiale del suolo, istituita nel 2014 dalla Fao per promuovere la funzione sostanziale ricoperta dal terreno nello sviluppo e nel mantenimento della vita del pianeta. Ad oggi, ben il 93,9% dei comuni italiani presenta parte del proprio territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni: anche il territorio ligure vive questi problemi, tra le cause principali ci sono cementificazione, deforestazione, abusivismo edilizio, abbandono dei terreni d’altura, scavo eccessivo di cave, tecniche di coltura non ecosostenibili, estrazioni di idrocarburi e di acqua dal sottosuolo, interventi invasivi e non ponderati e mancanza di manutenzione sui corsi d’acqua.

"A questa situazione – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale – non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni quasi 1 terreno agricolo su 3 (circa il 30% del totale) sia scomparso, con la superficie agricola utilizzabile in Italia ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione. Fattore, quest’ultimo, che rende le superfici impermeabili. Proprio per questo, l’Italia e la Liguria devono difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne". L’ultimo rapporto dell’Ispra relativo al consumo del suolo, alle dinamiche territoriali e ai servizi ecosistemici mostrano come la Liguria abbia effettivamente rallentato il consumo di nuovo suolo e detenga un’alta percentuale di aree naturali. La regione, infatti, pare aver avuto incrementi inferiori ai 100 ettari, con una percentuale di suolo consumato del 7,25%. Ad abbassare la media e a mantenerla, così, entro quella nazionale – oltre che con un valore inferiore rispetto al Nord Ovest del Paese – vi sono, chiaramente, i comuni dell’entroterra e la caratteristica regionale a concentrare il consumo di suolo solo in determinate aree per questioni orografiche.

"Ora più che mai – continuano Boeri e Rivarossa – è necessario investire in manutenzione e infrastrutture, garantire che la presenza delle attività umane sui nostri territori sia sostenibile da tutti i punti di vista, per l’ambiente e per lo stesso uomo, in modo tale che tali aree non vengano abbandonate. La sparizione di terra fertile non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari, poiché dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, che ora scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico. Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, che potrebbe dotare l’Italia e, di riflesso, anche la nostra Liguria di uno strumento all’avanguardia per la protezione del territorio".