Sfigurata al volto per un lifting sbagliato, risarcita per 90mila euro

Il chirurgo aveva usato del silicone invece dell’acido ialuronico

Trattamenti estetici

Trattamenti estetici

La Spezia, 25 agosto 2018 - I danni estetici subiti non potranno mai essere interamente compensati dalla somma decisa dal giudice per il risarcimento, comunque alta: 90 mila euro.

Ma la vittima dell’intervento chirurgico errato, una donna spezzina di 71 anni, è stata almeno gratificata dalla vittoria nella causa civile contro il medico che le aveva effettuato il trattamento sbagliato, e che non aveva voluto ammettere l’errore, purtroppo evidente. Il giudice Domenico Provenzano del tribunale di Massa, ha accolto pienamente la tesi dell’avvocato Angelo Benevento, difensore di fiducia della donna spezzina, accertando, fatto del tutto non usuale, la responsabilità del medico per un errato trattamento di chirurgia estetica eseguito.

I fatti risalgono al maggio e giugno del 2011, quando la paziente all’epoca 64enne si era rivolta al medico che ha lo studio nella provincia di Massa Carrara. Voleva eseguire un normalissimo trattamento per l’eliminazione delle rughe sul proprio viso, attraverso due iniezioni che avrebbero dovuto essere a base di acido ialuronico, che è naturale, perfettamente riassorbibile e privo di controindicazioni. Si trattava invece di silicone liquido. Sfortunatamente, dopo non molto tempo, iniziarono a comparire sul volto della signora tumefazioni e cisti, al punto da renderle il volto letteralmente sfigurato con evidenti conseguenze anche nella sua vita relazionale. In seguito, attraverso numerosi accertamenti ed esami da medici e strutture specializzate, la donna spezzina scopriva che si era in presenza di veri e propri effetti collaterali dovuti all’inoculazione sul volto di silicone liquido, altamente nocivo, il cui utilizzo è ovviamente vietato dalla legge.

Le fu subito chiaro quindi che il dottore, invece di applicare come riferito una sostanza naturale ed innocua, aveva adoperato silicone liquido, il quale, tra i vari effetti negativi, ha la particolarità di insinuarsi tra i tessuti ed i nervi in maniera tale da non poter essere praticamente più rimovibile dal viso. Ma tutti i tentativi di risolvere la questione in modo pacifico, non sono andati a buon fine. Pertanto nel 2013 partiva la causa civile al competente tribunale di Massa. Dopo quasi cinque anni, nei giorni scorsi, il giudice Provenzano ha emesso la sentenza accogliendo la tesi prospettata dall’avvocato Angelo Benevento. E’ stata accertata la responsabilità del medico, che nel frattempo è deceduto, per tutti i danni cagionati alla paziente quantificati in 90 mila euro.