
Si è spento a 84 anni Pesce. Per la nuova diga foranea aveva immaginato nel 2007 la forma di una lisca stilizzata
Chiunque, anche i profani della materia, di fronte alle forme sinuose di quella seduta così marcatamente allusiva e iconica, non può far altro che allargare le braccia e sospirare beato, pieno di riconoscenza nei confronti della generosa e globalizzata creatività italica. Ma Gaetano Pesce, genio rivoluzionario del design, è stato molto più che l’inventore, universalmente riconosciuto e apprezzato, dell’intramontabile poltrona Up, ’curvy’ ante litteram, oggetto di culto eletto a simbolo delle lotte femministe. Architetto, scultore, creatore visionario di opere piene di colore e autoironia, Pesce si è spento mercoledì all’età di 84 anni nella sua New York, la città che nel 1983 aveva eletto a sua dimora stabile e nella quale aveva scelto di lavorare, protetto dalle mura di un meraviglioso studio con vista su Brooklyn.
In pochi però sanno che l’esponente più noto del ’Radical design’ – una vita vissuta tra Strasburgo, Milano, Hong Kong e San Paolo, autore di opere esposte nelle collezioni permanenti di Moma, Victoria and Albert Museum, Centre Pompidou – era spezzino di nascita, figlio di un ufficiale di Marina. Qualche mese di permanenza nel Golfo, per lui, e poi la partenza, al seguito della famiglia, verso quei lidi ai quali avrebbe ben più saldamente legato il suo nome. In realtà un riavvicinamento alla ’sua’ Spezia ci fu, sia pure in tarda età: era il 2007 e l’allora sindaco Giorgio Pagano invitò l’illustre concittadino a visitare il centro storico, la passeggiata, il castello. Da quell’esperienza di viaggio nacque un’idea per restituire alla balneazione la diga foranea, per la quale il celebre designer immaginò una seconda vita nella forma stilizzata di una lisca di pesce. Un progetto che non si è mai concretizzato, con rammarico dell’architetto che lo aveva elaborato. "Pesce – così lo ricorda Pagano – continuò a sperimentare forme, materiali, colori. Il suo progetto era veramente ardito. Posso capire che non gli sia stato dato seguito, ma Spezia doveva continuare a coinvolgerlo sul tema. Propose anche un disegno per l’arredo urbano della città, anche in questo caso senza seguito. Per lui – artista le cui opere sono nelle collezioni permanenti dei musei più prestigiosi del mondo – nemmeno una mostra al Camec. Legato sentimentalmente alla città in cui era nato, era molto dispiaciuto per questo disinteresse. Ma l’ultima volta che lo vidi, a Pietrasanta, si disse ancora disponibile a collaborare. E me lo confermò in tutti i messaggi suggessivi". Rammarico emerge anche nelle parole del successore di Pagano, Massimo Federici: "L’idea progettuale di Gaetano Pesce sulla diga a forma di uno scarnificato pesce a celebrare il suo stesso nome, aveva tutta la forza della sua genialità e la disinvoltura molto americana dell’intervento ciclopico. Il segno che la sua realizzazione avrebbe lasciato sarebbe stato imponente fino a travolgere e surclassare l’identità stessa del Golfo. L’investimento necessario? Poderoso, sia in termini economici che di coraggio, che io non ho avuto, nell’apertura al nuovo. No, una traduzione operativa non avrebbe avuto né storia né seguito. Dopo dieci anni perfino l’ipotesi di una piccola spiaggia al posto del degradato varco di levante è al palo. Figuriamoci! Le polemiche avrebbero fatto impallidire perfino quelle sulla nuova piazza Verdi. Questo è un paese per vecchi, vive di passato, ha perso la sfida con il proprio tempo". "Con la scomparsa di Gaetano Pesce perdiamo un importante figlio della nostra città, che ha dato un contributo di altissimo livello al mondo dell’arte, del design e dell’architettura con le sue opere uniche e originali esposte nei più importanti musei internazionali – aggiunge l’attuale sindaco, Pierluigi Peracchini –. Una mente brillante e innovativa che ha portato il made in Italy alla ribalta e il cui lavoro rimarrà immortale, continuando a ispirare generazioni future".