
Show del trio Canemorto
Un filo conduttore unirà la Fondazione Iacopo Benassi e la Skaletta Rock Club: nella sede della Fbi, in via Castelfidardo 30c, oggi a partire dalle 18 si terrà la performance del trio Canemorto, in una sede fuori dall’ordinario. Questo nuovo progetto del fotografo Jacopo Benassi, che ha riadattato il proprio nome di battesimo per giocare con la sigla dell’agenzia investigativa statunitense, prenderà il via… nel bagno della sua abitazione-studio, dove si sono già tenute altre tre performance promosse con il coordinamento del direttore e curatore Antonio Grulli, a cui si aggiunge una quarta andata in scena a Venezia.
"Invitiamo gli artisti a cadenza regolare per portare in scena i loro progetti – spiega quest’ultimo –; il trio Canemorto realizzerà in questa location un’installazione intorno a un lavoro fotografico, che sarà disponibile anche in edizione a tiratura ridotta in vendita a prezzo pop, e una performance sonora insieme a Benassi e Luciano Chessa, musicista e compositore statunitense di origini italiane, fra i più grandi esperti di musica futuristica. Un omaggio anche alla tradizione spezzina". Dopo ’Furti, borseggi, inganni’, i Canemorto faranno un’incursione alla Skaletta Rock Club, dove la serata prevede alle 22 il release party per il terzo lp di Flo Spaguetti, arguto e corrosivo cantautore che con la sua voce e la sua chitarra, nel set più classico, dissacra e racconta lo spirito della regione. "Sono italotedesco – esordisce –: in Germania sono l’italiano, in Italia il tedesco. La verità è che mi sento ligure al 100%". S’intitola ’No’ e il nome è stato scelto da Florian Muller, questo il vero nome dell’artista, perché oscuro rispetto ai precedenti, in linea con la fotografia scattata a una fase esistenziale, "anche in modo autoreferenziale", in cui diventa adulto e la sindrome di Peter Pan va a scemare. Il nocciolo verte sulla Spezia, Genova e Rho, dove oggi risiede, sempre con un occhio alle sue origini maroline. "Alterno canzoni più articolate ad altre più semplici: ad esempio, il brano ‘Voglio le acciughe’ ha solo un accordo. La mia raucedine dà un tocco di vissuto, e la chitarra la suono come solo io posso fare, e non lo dico né in positivo, né in negativo. Vengo dal punk e i miei brani durano poco". E la matrice locale è forte: ’O ciu beo’ e ’Gato spuso calling’, sul catcalling, si uniscono con ’Odiando’, in cui canta il suo ‘amore’ per i carrarini.
Chiara Tenca