ROBERTA DELLA MAGGESA
Cronaca

La Spezia, Sgarbi e la provocazione della lista Isis: «Bombardate piazza Verdi»

Gli archi di Buren nel mirino del critico d’arte, mentore di Guerri. «Il sindaco Federici? È un depensante»

Il candidato sindaco Giulio Guerri all’Nh Hotel con il critico d’arte Vittorio Sgarbi

La Spezia, 5 maggio 2017 - Il "Rinascimento" spezzino dovrebbe parlare col vocabolario di Vittorio Sgarbi. Almeno questo è l’intendimento dell’aspirante sindaco Giulio Guerri, che attorno al “marchio di qualità’’ del critico d’arte ha costruito la scommessa di una delle due liste chiamate a sostenerlo in campagna elettorale.

Dal futuro (potenziale) assessore alla cultura, al turismo e agli eventi non arriveranno tuttavia suggerimenti sui nomi dei candidati – «Non ho conoscenze qua, tutt’al più potrò venire alla Spezia due o tre volte per fare presenza» –, bensì «un’offerta di energia» sotto forma di attrattore di curiosità e consensi. Nella giornata di giovedì 4 maggio, all’Nh Hotel, il primo assaggio, durante un incontro con stampa e sostenitori, inaugurato dallo show di una lunga telefonata “pubblica’’ con chissà chi sul tema dei rapporti tra cultura e politica, scandita da alcuni concetti chiave e coloriti epiteti.

Tra le righe della presentazione alcuni accenni al programma di rilancio del patrimonio culturale cittadino – l’avvio di un partenariato improntato allo scambio di opere d’arte tra Lia e Guggenheim di Venezia e l’assegnazione di un incarico di consulenza, tramite concorso a chiamata, per la riorganizzazione del sistema museale, magari alla «valente» studiosa veronese Beatrice Avanzi, ora conservatrice al Musée d’Orsay – e poi ampio spazio al “topos’’ che da anni occupa la mente di Sgarbi, ossia piazza Verdi.

«Qualsiasi ruolo arrivassi a ricoprire in un’eventuale amministrazione guidata da Giulio Guerri, il mio obiettivo sarà abbattere gli archetti di Buren, autentica vergogna di fronte al mondo». Il potere immaginifico, la provocazione e il turpiloquio hanno declinato i concetti. «Soltanto una mente perversa avrebbe potuto concepire quel progetto».

«Un revival fascista della peggiore violenza attuato in un clima di idiozia estetica». «Anche l’Isis potrebbe essere interessata all’abbattimento dei portali di piazza Verdi e magari, come movimento di bonifica, potrebbe dare un contributo come terza lista. Se devono piazzare le loro bombe, tanto vale che vengano a metterle nel posto giusto».

All’indirizzo del sindaco Massimo Federici, che qualche settimana fa ha querelato Sgarbi per diffamazione, è arrivato il solito bombardamento verbale, in un climax di attributi che l’ha visto bollato prima come «depensante», poi come «una specie di Raggi di Spezia», infine come un «cannibale» che, di fronte al famoso tweet dell’allora ministro Bray, si sarebbe visto sfilare il piatto di sotto il naso da «un cannibale ancora più grosso di lui».

Guerri, seduto sulla poltroncina accanto a Sgarbi, si è goduto lo spettacolo del suo mentore. Qualche segno di imbarazzo nella sua mimica è trapelato soltanto quando Sgarbi, al culmine delle sue invettive, e dopo averlo incensato come «un uomo sensibile e gentile, animato da un profondo amore per Spezia e che non chiede niente in cambio per se stesso», si è lasciato sfuggire che a suo dire il fondatore del gruppo “Per la nostra città’’ sarebbe stato il candidato ideale del centrodestra, inspiegabilmente escluso dallo scacchiere allestito dal governatore Toti. «Non saremmo comunque stati interessati» ha corretto il tiro Guerri. E poi ha ribadito quanto già detto: nessun apparentamento con questa sinistra; qualora saltasse l’obiettivo ballottaggio, una valutazione sul da farsi da imbastire con i componenti delle liste».