
Vittorio Sgarbi a Spezia contro il progetto di piazza Verdi (Frascatore)
Milano,15 giugno 2020 - «Dal tenore complessivo del discorso» emerge che il «termine 'mafià è inteso, non nell'accezione comune e dunque in contrapposizione alla legalità ed all'onestà, ma come incapacità di indignarsi riferita alla popolazione e come incapacità di governare riferita all'Amministrazione locale. In tale contesto si colloca la stessa espressione 'Sindaco dementè, da intendersi come incapace di fare scelte misurate, con senno».
Lo si legge nelle motivazioni del gup di Milano Patrizia Nobile, che lo scorso 9 gennaio assolse in abbreviato Vittorio Sgarbi, assistito dagli avvocati Gianpaolo Cicconi e Ilaria Emiliani, dal reato di diffamazione con la formula «perché il fatto non sussiste». Il noto critico d'arte era stato querelato dall'allora sindaco di La Spezia Massimo Federici, assistito dal legale Antonella Franciosi, per le affermazioni pronunciate in un video su Youtube del 31 dicembre 2016 dal titolo 'Il discorso di fine anno al Paese di Vittorio Sgarbì. «La mafia è a La Spezia - erano state le parole di Sgarbi - dove festeggiano l'orrore di una distruzione di una strada e di una piazza che bastava impedire che un sindaco demente facesse».
Il pm Maurizio Ascione aveva chiesto una condanna a 16 mesi di carcere. Il giudice Nobile ha parlato di «toni indubbiamente forti e sferzanti che tuttavia, sia perché sostanzialmente ridimensionati nella stessa sequenza espositiva, che perché riguardanti un tema fortemente dibattuto e di notevole interesse pubblico locale, si ritengono non gratuiti, pertinenti e proporzionati al tema trattato».