
E’ caduto il capo d’imputazione principale riferito alla violenza sessuale e la condanna a sei anni di reclusione, è stata ridimensionata a sei mesi e 15 giorni. E’ la sentenza emessa dalla corte d’Appello di Genova, 1ª sezione, presieduta da Annaleila Dello Preite con giudici a latere Maria Gavina Meloni e Marco Bacci, che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Paolo Tarchi, difensore di fiducia di Edmir Ismaili, 48enne di origine albanese ma residente alla Spezia.
Il 12 febbraio scorso l’uomo era stato condannato a sei anni dal collegio del tribunale della Spezia presieduto da Marta Perazzo, a latere Giulia Marozzi e Marinella Acerbi, che aveva accolto la richiesta del pubblico ministero Maria Pia Simonetti, dopo una camera di consiglio durata quasi tre ore, perché sarebbe entrato nel letto della donna che lo aveva ospitato, una connazionale, costringendola a subire dei palpeggiamenti. In altre occasioni, l’avrebbe afferrata mentre era a letto per costringerla ad avere rapporti sessuali e non riuscendoci solo per la resistenza della vittima. L’uomo l’avrebbe ossessionata con telefonate e messaggi dopo il rifiuto di lei di avere una relazione. E quando aveva lasciato l’abitazione, si sarebbe reso protagonista di diversi episodi di molestie, procurandole un grave stato d’ansia e facendola anche preoccupare per la sua incolumità.
Davanti alla corte d’Appello, l’avvocato Paolo Tarchi, in un ricorso di dodici pagine, ha fatto leva prima di tutto sull’inattendibilità della persona offesa, che avrebbe ’dimenticato’ una relazione di coppia con Edmir Ismaili durata anni, durante la quale vi era stata una prolungata convivenza e un rapporto sentimentale stretto. La difesa, inoltre, ha fatto presente che l’uomo era stato ospitato in casa dalla donna per effettuare alcuni lavori di pitturazione e lei gli aveva dato anche le chiavi di casa. E quando aveva finito di pitturare, la donna gli aveva detto "adesso puoi anche andare via". Non solo, nel periodo in cui sarebbe avvenuta la violenza sessuale, l’Ismaili aveva un braccio immobilizzato da un tutore. E la donna aveva sporto denuncia solo quattro mesi dopo.
Il pubblico ministero Di Gennaro ha chiesto quindi l’assoluzione per la violenza sessuale e dieci mesi di reclusione per lo stalking e il danneggiamento aggravato, visto che effettivamente Ismaili aveva tirato una ginocchiata e rotto il portone della casa. La corte d’Appello ha assolto Ismaili per la violenza e ha derubricato lo stalking in minaccia aggravata, comminando la pena di sei mesi alla quale si sono aggiunti 15 giorni in continuazione per il danneggiamento.
Massimo Benedetti