
L’aumento dei casi di persone morse dalle zecche sta creando preoccupazione a Riccò del Golfo. Nel mirino i cinghiali
I casi si sono decuplicati nelle ultime settimane: c’è chi si è recato nella farmacia del borgo per chiedere informazioni e assistenza dopo il “morso“, e chi invece è andato dritto in municipio per chiedere una vasta opera di disinfestazione per evitarne una ulteriore proliferazione. E nel mirino sono finiti i cinghiali, vettori per eccellenza, la cui presenza nelle frazioni – anche a causa della Peste suina africana e dei contestuali divieti imposti alla caccia – è oramai quotidiana. Stiamo parlando delle zecche, parassiti esterni il cui morso può veicolare nell’uomo pericolose patologie quali la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi, l’encefalite virale. Un tema sentito, nel borgo della bassa Val di Vara, tanto che l’amministrazione comunale negli ultimi giorni ha persino aggiornato l’App comunale, con una news in homepage dall’eloquente titolo “Pericolo zecche“, e con un’ampia sezione dedicata, invitando i cittadini a prestare massima attenzione e a seguire le indicazioni del vademecum e a contattare le sedi di Asl5 qualora interessati dal morso del parassita. Non solo. Anche il sindaco del Comune di Riccò del Golfo, Loris Figoli, a fronte delle numerose sollecitazioni arrivate in questi ultimi giorni dai residenti, sarebbe intenzionato a scrivere alle istituzioni affinchè si facciano carico del problema, veicolato da una delle storiche criticità della vallata, ovvero gli ungulati.
Un problema serio, portato nei mesi scorsi anche all’attenzione del ministero dell’Agricoltura grazie al lavoro del comitato valligiano formato da sindaci, cacciatori, agricoltori e allevatori, che si sono uniti per chiedere misure straordinarie in grado di arginare il fenomeno, ma che sta continuando a destare preoccupazione.
Emblematico quanto accaduto pochi giorni fa proprio a Riccò del Golfo, con i cinghiali che hanno letteralmente assaltato un’autovettura all’interno della quale erano stati appena riposti panini e focacce destinati a un esercizio pubblico della zona. Per non parlare, sempre nelle frazioni riccolesi, dei campi agricoli letteralmente “arati“ dal passaggio degli ungulati: c’è chi in questi giorni ha visto il terreno coltivato a patate letteralmente svuotato dai cinghiali. "Serve una campagna di abbattimento, così non si può andare avanti" dicono i residenti.
Matteo Marcello