«Soldi o divulgo foto e filmati osè». Ricatto gay a un uomo politico

Giovane spezzino in manette con l’accusa di tentata estorsione

Agli atti dell’inchiesta i messaggi estorsivi

Agli atti dell’inchiesta i messaggi estorsivi

La Spezia, 16 ottobre 2018 - «Se non mi paghi, divulgo foto e filmati della nostra relazione omosessuale e per te, vista la posizione che ricopri, saranno guai...». E’ lo zoccolo duro del ricatto a sfondo sessuale a cui è stato sottoposto un vip lunigianese, con trascorsi anche in politica, da parte di uno spezzino che, per questo, è finito in carcere con l’accusa di estorsione aggravata. Un arresto in flagranza il suo, ad opera degli investigatori della squadra mobile, che avevano raccolto l’Sos della vittima, destinataria di messaggi minacciosi di varia natura, anche a mezzo Internet, a mezzo chat. Lì dovevano finire le immagini compromettenti del vip se gli investigatori non avessero interrotto la spirale da codice penale, con suo grande sollievo e gratitudine. La circostanza dell’arresto in flagranza induce a ritenere che il blitz sia scattato nel bel mezzo del ricatto, magari con l’indagato al computer a lanciare ulteriori messaggi estorsivi oltre a quelli già agli atti dell’inchiesta per effetto della denuncia presentata dalla vittima in Questura. Si tratta di una presunzione là dove il riserbo sull’operazione è massimo, a motivo della vittima eccellente e delle attitudini sessuali occulte della stessa e del ricattatore: questione di privacy e di tutela allargata, quella dei familiari delle parti.

Nessun nome, per questo, filtra dal muro alzato a livello investigativo nell’imminenza del passaggio giudiziario - l’interrogatorio di convalida dell’arresto - funzionale a fare chiarezza sulla storia. Di sicuro nel fascicolo allestito dagli investigatori ci sono le foto, o quanto meno alcune foto, sulle quali si era imperniato il diktat.

L’udienza, in carcere, è in programma questa mattina, davanti al giudice delle indagini preliminari; a fianco dell’indagato ci sarà l’avvocato difensore Paola Lazzoni che mette le mani avanti per fare scudo: «Non conosco gli atti ma registro la versione del mio assistito: nessuna estorsione consumata o tentata».

Sul piano degli scenari possibili si affacciano intanto i contorni di una dinamica di sesso mercenario, nel quale lo spezzino avrebbe assunto le vesti di ‘prostituto’. Dopo vane richieste di saldare il conto, avrebbe alzato l’asticella delle pretese, rese più pressanti con la minaccia di divulgare il materiale fotografico e filmato, frutto di uso di apparecchi-spia, degli incontri a luce rossa.

Corrado Ricci