Riapertura della Mazzini? Forse a dicembre "Ma per gli infermieri situazione disperata"

La carenza di personale alla base delle difficoltà. Fisascat Cisl: "Ci auguriamo che l’Asl provveda a garantire dei distacchi"

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Mancanza di infermieri e tempi lunghi per la riapertura della Rsa Mazzini per la quale bisognerà attendere, se tutto va bene, la fine dell’anno per veder concluse le opere di ristrutturazione del primo e secondo piano.. Nel frattempo si assiste al dirottamento del personale in altre strutture in attesa che la residenza torni a funzionare a pieno ritmo. Un problema questo del ritardo dei lavori sollevato a più riprese e che negli ultimi mesi si è fatto sentire in maniera pesante. E i disagi non mancano su vari fronti. Per chi da tempo attende la riapertura del centro diurno e del centro per i malati di Alzheimer.

Per i dipendenti che proprio per i ritardi nei lavori sono stati trasferiti in altre residenze sanitarie gestite da Coopselios, la ditta che ha in appalto anche la residenza sanitaria di viale Alpi. Per le persone che si trovano ricoverate nel post acuti covid, al terzo piano della struttura. Dodici i pazienti che sono stati portati in altra sede per consentire i lavori di ristutturazione. "I dodici del post acuti – ha spiegato Mirko Talamone sindacalista della Fisascat Cisl che da tempo monitora la situazione alla Mazzini – sono stati temporaneamente spostati alla residenza Felicia. Un trasferimento necessario per consentire i lavori al terzo piano dove deve essere sostituita la pompa di calore. Mentre il primo e il secondo piano della Mazzini sono ancora in fase di ristrutturazione sperando che riescano a concludere i lavori entro fine anno. Abbiamo anche fatto richiesta all’assessore Brogi di un incontro con Comune e Asl per un tavolo di monitoraggio della situazione". I problemi sul tappeto non mancano. I disagi per le famiglie e per i malati sono evidenti soprattutto quando si parla di centro diurno per disabili e il centro per l’alzheimer. Questi luoghi dove le persone possono andare per interagire con altri e con personale dedicato sono un toccasana per se stessi e per le famiglie. Ma la loro apertura continua a slittare.

"Avrebbero dovuto aprire già a metà settembre ma ancora non è arrivato l’okay dal Comune – ha aggiunto Talamone – per dare il via ad alcuni lavori. A quanto mi risulta i problemi riguardano alcuni preventivi presentati da Coopselios su dei lavori di manutenzione. Si tratta di interventi su cabina elettrica e pitturazione...". Insomma la strada per arrivare alla fine di questo percorso sembra ancora lunga. Sul fronte infermieristico le note sono altrettanto dolenti. Manca il personale "La situazione è disperata – dice senza mezzi termini il sindacalista della Fisascat – Spero che ne vengano assunti di nuovi intanto mi auguro che Asl possa distaccare del personale". Situazione critica al primo e secondo piano della struttura dove il Comune ha investito trecentomila euro per infissi, riscaldamento e bagni. E anche qui c’è qualcosa che non quadra. A non tornare è la difficoltà di accedere ai servizi igienici per chi ha difficoltà di deambulazione. Questo per colpa di uno... scalino.

E la presenza di un gradino non è sfuggita neppure al consigliere regionale Roberto Centi che una settimana fa aveva presentato una interrogazione in conglio regionale per chiedere chiarimenti. Nella nota Centi sollecitava la Regione affinché questa struttura tornasse in funzione a pieno ritmo al più presto in quanto struttura fondamentale per tutta la provincia.

Annamaria Zebra