Riaccesa la centrale a 15 giorni dallo stop

La decisione di Terna spiazza i sindacati, costretti a fermare lo sciopero degli straordinari: "Una scelta che impone delle riflessioni"

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di Franco Antola

Stop allo sciopero e riaccensione con effetto immediato del gruppo a carbone della centrale Enel. La vicenda di Vallegrande continua a riservare sorprese. La decisione di richiamare in servizio il gruppo Sp3 - a meno di quindici giorni dalla data annunciata per il disimpegno definitivo - da parte di Terna (che ha motivato la decisione con la necessità di garantire la continuità del servizio e la sicurezza del sistema elettrico nazionale), ha spiazzato le organizzazioni sindacali. Che però hanno dovuto adeguarsi e fermare lo sciopero delle prestazioni straordinarie programmate e degli spostamenti d’orario, formalizzato lo scorso 18 novembre. Una forma di protesta che di fatto avrebbe impedito la ripartenza dell’impianto.

Con la comunicazione alla Prefettura e agli altri soggetti coinvolti nella procedura, i tecnici hanno così fatto ripartire il gruppo. L’agitazione, iniziata lo scorso 29 novembre, avrebbe dovuto concludersi il 19 dicembre, a ridosso del periodo in cui la legge impone comunque lo stop agli scioperi (20 dicembre - 6 gennaio). La protesta era stata decisa per denunciare lo stato di incertezza sulle prospettive del sito proprio in vista dell’annunciata uscita dal carbone, con la firma del relativo decreto da parte dei ministri Cingolani e Franceschini. Una scelta, quella decisa nelle ultime ore da Enel, che ha lasciato interdette le tre sigle (Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil). "Non è mai successo - il commento che filtra da ambienti sindacali - che l’ultima giornata di esercizio di una centrale arrivi a soli 15 giorni dall’annunciato spegnimento di un impianto. Basta vedere quello che è successo a Genova, Bastardo (Perugia, ndr), Piombino e Porto Tolle, dove quell’intervallo non è mai stato inferiore a un anno. Che vuol dire questo? E’ la dimostrazione che il caso Spezia impone un approccio del tutto peculiare, a fronte di una situazione molto complessa e di un quadro di incertezza tutt’altro che risolto. E comunque è quantomeno bizzarro che, a due settimane dall’uscita dal carbone, si riattivi una centrale che era stata definita non più strategica". L’agitazione del sindacato è stata sospesa ma i nodi restano sostanzialmente irrisolti e alla scadenza del periodo di ‘moratoria’ dello sciopero imposto dalla legge Cgil, Cisl e Uil valuteranno il da farsi. La protesta, poi sospesa, era stata decisa nel corso dell’assemblea dei lavoratori della centrale - una settantina in tutto - svoltasi il 7 novembre. In attesa che la Conferenza dei servizi si pronunci in via definitiva sulla riconversione a turbogas, continuano frattanto le schermaglie politiche fra i diversi schieramenti. Culminate, in occasione dell’ultimo consiglio comunale, nella frattura fra minoranza e maggioranza. Alla fine è passato il documento di maggioranza che impegna sindaco e giunta "a fare tutto il possibile affinché venga bloccato ogni tentativo di conversione della centrale Enel da sito a carbone in turbogas". Bocciata invece la mozione delle opposizioni che chiedeva di ascoltare in sede istituzionale il governatore Toti invitando nel contempo il sindaco Peracchini a valutare l’opportunità di attivare azioni legali volte a bloccare la riconversione (in primis ricorso al Tar).