REDAZIONE LA SPEZIA

Regala un milione alla compagna poi la denuncia per circonvenzione

L’uomo, che ora è deceduto, nel 2017 aveva presentato la denuncia. Anche al compagno di lei, accusato di essersi prodotto in una combine.

Tribunale

La Spezia, 24 giugno 2024 – A 90 anni, nel 2017, aveva presentato una denuncia per circonvenzione di incapace accusando una donna, di 37 anni, di essersi presa gioco di lui con lusinghe sentimentali fino ad indurlo a sganciarle, in varie tranche, 978mila euro. Di vero - è emerso alla fine del processo - c’era solo la somma monstre.

Corresponsioni, però, liberali, non compulsate (o stuzzicate attraverso atteggiamenti osè, come lui aveva lasciato intendere). Risultato: assoluzione finale per l’imputata e per chi finì alla sbarra per effetto della denuncia dell’anziano, ossia il compagno di lei, accusato di essersi prodotto in una combine. L’anziano non ha potuto ascoltare il verdetto. E’ deceduto due anni fa per cause naturali. Non prima di aver dimostrato che non era quel soggetto fragile, invalido e circuibile rappresentato nella querela e nell’incidente probatorio al quale era stato chiamato. A quel tempo, sotto il fuoco delle domande difensive, crollò a terra. Ma, lo ha dimostrato un investigatore privato, era una recita: giunto al pronto soccorso, si libero di cannula e stampelle e salì in macchina per raggiungere la sua residenza dorata a Mentone. Lì, il giorno dopo, si concesse un bagno con nuotata al largo.

A fargli compagnia, una donna. Quella sulla quale la difesa degli imputati ha allungato l’ombra di averlo indotto alla messa in scena del plagiato per fare cassa. Sul punto c’è solo un’ipotesi. Ma è certo che quando l’uomo erogò le somme sapeva quello che faceva: lo ha dimostrato il contenuto dei dialoghi a mezzo mail ricostruiti attraverso una perizia informatica ai computer suo e di lei, cui arrivavano i soldi sullo sfondo di un progetto: scrivere un libro sulla vita di lui, i suoi trascorsi di appartenente alla Repubblica di Salò, di stilista, cultore di amicizie nel jet set, nostalgie per il Duce. Non fu un caso: a Predappio avvenne il primo incontro tra i due. L’inizio della relazione che lui definì sentimentale e lei solo culturale, comunque foriera delle erogazioni.

Quasi un milione di euro per scrivere un libro? Ammissibile? Per lui quelli, visto il patrimonio, erano spiccioli. E poi la somma era funzionale ad allargare la casa di lei alla Spezia nella prospettiva di andarci ad abitare sul viale del tramonto. Molti soldi andarono in intervento edilizio e arredamento. Ma non di circuizione o di truffa si trattò. Parola del giudice Gianfranco Petralia (nella foto in alto) che ha assolto gli imputati aderendo alle rappresentazioni difensive sviluppate dagli avvocati Giovanna Rossi, Sandra Biglioli e Paolo Tarchi. Il pm Francesca Pisani aveva chiesto un anno per la donna e 8 mesi per il compagno. I figli della parte offesa si sono costituiti in giudizio chiedendo un milione 200mila euro di risarcimento tra elargizioni e danno morale, con pagamento di una provvisionale di 200mila euro. Sono rimasti con un pugno di mosche in mano.

L’imputata scrittrice ringrazia gli avvocati e i consulenti che hanno fatto le pulci al camerata: lo psichiatra Leonardo Moretti e l’informatico Antonio Cilli, l’investigatore privato Andrea Galeotti. "Solo ora -dice la donna - potrò tornare a scrivere il libro. Questo naturalmente comprenderà la mia storia di vittima di una frode processuale, il reato per il quale denunciai il querelante, finito però al Creatore prima che potesse comparire come imputato in tribunale"

Corrado Ricci