Non esiste pirata senza la sua barca. Il Cadimare non fa eccezione, o almeno non l’ha fatta fino a poco tempo fa. Perché è dal lontano 1955 che, a fianco di quelle in gara, la borgata ne ha un’altra d’eccezione. "Ce ne sono state tante, una di fila all’altra – spiega Luigi Baraldi – la prima è arrivata in quell’anno, poi se ne sono succedute diverse. A bordo di quella del 1972, siamo andati al Palio in 56, tutti vestiti da pirati". Sì, perché è intitolata proprio a questi ultimi la barca che per anni è stata parte integrante della borgata, utilizzata anche per lo spettacolare Sbarco: una festa capace di portare decine di migliaia di persone nel paese in una notte palpitante e piena di emozioni. Due anni fa lo stop alla manifestazione, chiusa per mancanza di fondi, da destinare soprattutto alla gestione dell’ordine pubblico. Nel 2019, invece, la cessione dell’ultima, il Quinto Remo. "Non avevamo posto per l’ormeggio, mancava lo sponsor e abbiamo dovuto abbandonarla. Anzi, regalarla: è andata a un’associazione per disabili di Napoli. Era nata da uno scafo preso dal presidente della Società di Mutuo Soccorso nel 1999, ed è stata sviluppata grazie al contributo di tutti: il Quinto Remo è figlio di un paese intero".
Chiara Tenca